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Assestamento di bilancio per Palazzo Vecchio: “Più spese e meno entrate, ma non dipende da noi”

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L'assessore Petretto
L’assessore Petretto

Presentata oggi in commissione la delibera di assestamento di Bilancio che dovrà poi essere approvata in consiglio comunale: tre gli elementi che hanno “costretto” la giunta a intervenire: maggiori spese per utenze e servizi vari; minori entrate (lo sconto del 30%) derivanti dalle disposizioni inerenti le sanzioni del Codice della Strada (il cosìddetto sconto del 30%) e minori trasferimenti statali sul Fondo di solidarietà comunale.

“Tre fattori imprevedibili nei tempi di comunicazione e nelle dimensioni e del tutto indipendenti dall’amministrazione del Comune di Firenze – ha messo le mani avanti l’assessore Petretto – Sulle utenze (5 milioni di maggiori spese) gravano in misura determinante i costi del Palazzo di giustizia e del Parco della musica. La norma sugli sconti alle multe alla lunga produrrà un effetto positivo riducendo i residui attivi, ma imposta a metà esercizio finanziario, ha obbligato a ridurre le previsioni di entrata sulla base di stime sull’impiego della facilitazione (3,6 milioni di minori entrate, ma anche con minori spese per notifiche atti di 0,8 milioni). Bastava rinviare l’introduzione nel 2014 consentendo ai comuni di impostare con calma nel bilancio preventivo le nuove previsioni di accertamento”.

Quanto al taglio definitivo 2013 sui trasferimenti (6,3 di minori entrate), questo è stato originato dalla modifica in corso d’anno, dei criteri di riparto del taglio della Spending review 2013 e dall’ormai sistematica sovrastima del gettito Imu 2012 (il cosìddetto “accertamento convenzionale” Mef).
A compensare non sono bastate le maggiori entrate, da bus turistici e imposta di soggiorno per esempio, né un taglio alle spese “delle direzioni” che da cinque milioni, sono scese a 2,8, lasciando sostanzialmente indenni i servizi socialmente più sensibili.

“L’amministrazione comunale – ha concluso l’assessore Petretto – avrebbe potuto seguire una via più facile per far quadrare i conti: alzare l’Imu prima casa per tutti in attesa di ricevere la restituzione da parte dello Stato. Avrebbe potuto caricare l’entrata virtuale nel Fondo di riserva estraendola in caso di mancata restituzione. Ma ciò avrebbe significato spostare i problemi di Firenze sui cittadini italiani tutti, un’opzione tecnicamente legittima ma eticamente discutibile. Per la parte investimenti, abbiamo relativamente pochi movimenti, con l’unica eccezione del mutuo in due tranches programmato  uno degli obiettivi fondamentali dell’amministrazione”.

 

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