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Casaggì sigilla la sede della Cgil “in nome” dei Forconi

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Casaggì “chiude” la sede della Cgil regionale. La scorsa notte i militanti del centro sociale di destra insieme a Fratelli d’Italia hanno simbolicamente sigillato la sede toscana del sindacato in via Pier Capponi esponendo uno striscione con la scritta: “Gli italiani non si arrendono, la Cgil sì”. Un’azione dimostrativa, si legge in una nota, contro la presa di distanza da parte del sindacato guidato da Susanna Camusso verso le proteste dei Forconi. Un gesto, che “vuole sottolineare l’incoerenza di un sindacato che tutela i lavoratori, ma solo a patto di poterne politicizzare e dirigere il malcontento”. “Le migliaia di persone che in queste ore stanno montando i presidi di protesta in tutte le città italiane – spiegano il consigliere comunale di FdI Francesco Torselli e i dirigenti di Casaggì – sono lavoratori come gli altri, strozzati dalle tasse e dal precariato, vessati da un governo che nessuno ha eletto, privati di ogni futuro da una classe politica al servizio dei poteri forti”.
“Il sindacato che per decenni ha rappresentato il simbolo della lotta operaia – proseguono gli esponenti della destra fiorentina – sta bollando i moti spontanei di questi giorni come proteste di destra, mostrando una pregiudiziale vuota e un’incapacità di analisi politica disarmante. Per questo, simbolicamente, ne abbiamo sigillato la sede.
Pronta la replica della stessa Cgil che sottolinea l’incoerenza di militanti in partiti e movimenti che fino a poco tempo fa avevano rappresentanti al governo. “A parte la tristezza di vedere parlamentari, consiglieri comunali e rappresentanti istituzionali, rivendicare atti e azioni che in qualche caso hanno già portato all’arresto di diversi militanti di estrema destra, nel tentativo maldestro di avere quella visibilità che evidentemente la loro azione politica è incapace di produrre, ribadiamo la condanna per atti che un movimento largamente minoritario, confuso, già spaccato al suo interno, che ha promosso iniziative discutibili senza che si evidenziassero obiettivi e rivendicazioni certe e in qualche caso vere e proprie aggressioni alle Camere del Lavoro, dalla Puglia al Piemonte, non può che trovare la critica più aspra della Cgil. Quanto ai giudizi sul nostro operato, rivendichiamo la coerenza delle posizioni di contrasto a tutte le misure di deregolamentazione del mercato del lavoro degli ultimi 12 anni quando i fratellini d’Italia da dentro An e il Pdl, tentavano di fare strame dei diritti dei lavoratori”.

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