Home Scatti d'Autore di Umberto Cecchi Il giovane sindaco, La Pira, e i senatori. Ovvero...

di Umberto Cecchi Il giovane sindaco, La Pira, e i senatori. Ovvero quando la politica volta pagina

admin
336
0

umberto cecchiLa politica si affina, ma non dimentica che la storia è fatta di corsi e ricorsi. E che sono soprattutto le parole quelle che segnano in passaggi, danno segno dei mutamenti, reinventano miti e riti.
Renzi si è presentato al Senato con il coraggio, l’impeto e l’assalto della gioventù. Sapeva d’essere, tutto sommato, un ‘caso’ anomalo mai visto prima: lui non eletto dal popolo, lui, senza avere l’età per potere sedere su quelli scranni, lui con una fronda in casa, che è usuale in tutte le nostre azioni politiche, è andato a chiedere – e spero che per un presidente del consiglio sia l’ultima volta, come ha detto senza remore – la fiducia ai senatori.
Avvezzi per storia, costituzione e natura politica, ad altri approcci e altri sistemi. E ha fatto bene. Era l’unica cosa da fare. Parlare a braccio. Partire dalle radici del paese: la scuola e la famiglia, per arrivare al lavoro, per ricordare ai senatores abbastanza tiepidi davanti a quell’alieno, che lui sindaco ha guardato gli occhi di un genitore  disoccupato.
Mille volte ho pensanto – e l’ho anche scritto – che Monti era fuori dalla grazia di Dio perché non sapeva di cosa parlava elencando le sue cifre. Perché dava i numeri senza mai aver pensato una volta sola agli occhi disperati di un disoccupato, al quale prendeva altri soldi in tasse. Renzi quegli occhi gli ha visti. Lo ha detto: le cifre sono importanti, certo, ma dietro le cifre ci sta la disperazione degli uomini. Il dramma delle famiglie. Ed è dall’uomo che bisogna ripartire. Ed eccoli i corsi e i ricorsi della politica, io ragazzo negli anni Cinquanta, ho pensato a La Pira e ai suoi discorsi, a quando ci riunì, cattolici e liberali – io ero fra i secondi – pur venendo dalla scuola di padre Balducci, per spiegarci la pietà.
In certo momento il discorso di Renzi, meno lungo di quanto mi aspettassi, è stato magnetico: non per il gestire della braccia, per il volgersi da una parte all’altra dell’emiciclo, per la foga e per distribuire a tutti, amici e nemici la medesima attenzione,  non per la disinvolta mano in tasca, ma per  aver  posto se stesso e i senatori quasi su due fronti diversi: Voi, signori della politica, mettete in soggezione il sindaco che viene dalla periferia. Ma il sindaco deve dirvi chiaramente cosa pensa per ottenere il vostro assenso.
E c’è andato giù duro. E’ qui che ho ritrovato il Renzi che conoscevo da presidente della Provincia e da sindaco di Firenze, disinibito, capace di esprimere un pensiero senza dove soggiacere a captatio benevolentiae. Il sindaco junior dei mercatini ha spiegato ai seniores i bisogni del Paese, le crisi del Paese, il pensiero del Paese. Sostenendo, rivolto ai Cinque Stelle che mugugnavano, che qualcuno al Senato ci stava per giocare e mentre giocava il Paese andava a fondo. L’avevate mai sentito da un primo ministro seduto fra i banchi del Governo?
Ha dettato i suoi punti: scuola, lavoro,  fisco più dolce, cultura come risorsa economica, giustizia che deve ritrovare se stessa e tornare garanzia della gente. Non mandare a casa chi investe e uccide perché guida in stato di ebrezza da alcool o droghe. Com’è più volte successo. Lotta alla burocrazia, colpevole a metà coi politici dei danni del paese. So bene che è una impresa disperata ma se ci riuscirà, ma se sarà capace di rimettere in moto l’economia, di cacciare i guru della burocrazia che bloccano incoscienti la macchina dello Stato,  a rendere alla giustizia il senso della giustizia e alla scuola la sua dignità, se tornerà a far sì che i parlamentari varcata la soglia di Montecitorio non dimentichino che in piazza del parlamento c’è un paese che soffre, avrà fatto la sua rivoluzione.
Comunque sia, piaccia o no,  da ieri qualcosa è cambiato nei palazzi del potere. Almeno me lo auguro, per il nostro Paese.
Umberto Cecchi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui