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Le chiavi della città ad Antognini. Grande festa in Palazzo Vecchio

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di Tommaso Borghini
Emozioni viola allo stato puro che, mescolandosi fra loro, aumentano di potenza per irrompere in mezzo al cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di assistere a un evento indimenticabile che rappresenta un nuovo pezzo di storia di Firenze e della Fiorentina.
Nella cornice mozzafiato del Salone dei Cinquecento, la parabola dell’amore fra Firenze e Giancarlo Antognoni ha raggiunto il suo culmine: nel giorno del suo sessantesimo compleanno, nella mani del “Capitano” sono state consegnate le chiavi della città. Materialmente lo ha fatto il vicesindaco Dario Nardella, ma idealmente lo hanno fatto tutti i fiorentini, anche quelli che non hanno la fede viola, ma che non possono non provare un sentimento di affetto nei confronti di un uomo, prima che di un calciatore, che ha regalato quasi tutta la sua vita a Firenze e alla sua squadra.
La lista dei presenti è talmente ricca da meritare di essere menzionata, perché non si tratta di un elenco fine a se stesso: Cesare Prandelli, Dario Nardella, Stefania Saccardi, Daniele Pradè, Eduardo Macia, Borja Valero, Alberto Aquilani, Giuseppe Rossi, Enzo Ghinazzi, Paolo Vallesi, Gino Strada, Fino Fini e poi la pattuglia degli ex viola (Chiarugi, Roggi, Desolati, Orlando, Galbiati, Hamrin, De Sisti e tanti altri).
Tutti salgono sul palco per raccontare quanto Antognoni sia stato e sia tuttora grande, sia sotto il profilo calcistico che dal punto di vista umano. Il sindaco-Premier Matteo Renzi non c’è, ma manda il suo messaggio attraverso una video intervista. Accanto a Giancarlo ci sono i due figli e la moglie Rita, a presentare l’evento ci pensano il fedele amico Michele Fratini e il giornalista Luca Calamai.
Le emozioni, dicevamo, sono travolgenti, così come le parole di Antognoni che manifestano riconoscenza per una città che lo ama così profondamente: “E’ una festa ideata dall’ex sindaco Renzi, oggi premier. Lo ringrazio pubblicamente perché tutto questo è l’ulteriore conferma dell’amore dei fiorentini nei miei confronti. Avere le chiavi della città è un grande onore e significa che qualcosa di buono ho seminato. Non ho vinto molto con la maglia viola, ho solo sfiorato un campionato che poi ci è stato sfilato da sotto il naso nel 1982. Ma essere celebrato e premiato in questa bellissima città, in questo Salone dei Cinquecento, significa che qualcosa di concreto ho fatto. E rifarei mille volte questa scelta perché ne è valsa la pena. Oggi ho ritrovato Firenze, anzi non l’ho mai lasciata”.
I fiumi di parole scorrono ed è impossibile riportarle tutte. Alcuni frammenti, però, rendono l’idea: “Antognoni è un esempio per i nostri giovani – ha detto il Ct Prandelli – per i valori che rappresenta. Come giocatore era fortissimo, per fortuna io non l’ho mai dovuto marcare”.
“Firenze è in debito con Giancarlo Antognoni – ha dichiarato il vicesindaco Nardella – per quello che ha dato alla maglia viola. Sono pochi i personaggi che lasciano un segno alla città e Giancarlo è uno di quelli. Bastano le immagini sul campo di Antognoni per capire di chi stiamo parlando. Mi ricordo ancora di Antonio in Spagna nei mondiali del 1982. Quello di oggi è un abbraccio di tutti i fiorentini per questo uomo straordinario”.
“Ad Antognoni porto gli auguri di tutta la Fiorentina e anche della famiglia Della Valle – ha detto il diesse viola Daniele Pradè -, siamo felici di festeggiarlo perché sappiamo ciò che rappresenta per questa città”.
ha spiegato Borja Valero – sappiamo che a Firenze è difficile vincere, ma ci proveremo. Comunque vada vedere questo affetto per Antognoni ci fa capire quanto sia importante giocare per questa maglia”.
“Antognoni ha detto che gli somiglio? – ha aggiunto Alberto Aquilani – non ho parole per questo e spero di essere alla sua altezza, sarebbe un sogno”.
Poi la carrellata degli aneddoti degli ex viola e due filmati mozzafiato sulla carriera “dell’Unico dieci”, come lo acclamano i tanti tifosi presenti in un Salone dei Cinqucento gremito e urlante. Urla e cori che si trasformano in musica quando Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, canta con la platea la sua canzone più famosa “Firenze Santa Maria Novella” per il gran finale con la strofa dedicata al festeggiato:  “I primi pendolari la mattina quest’anno è forte la tua Fiorentina, la colazione con i bomboloni e guai a chi parla male di Antognoni!”.
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