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"Intendo restare a Firenze. Ho un patto fra gentiluomini con i Della Valle"

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montella-buonaVincenzo Montella riprende in mano il microfono della sala stampa del Franchi il giorno dopo le esternazioni del presidente Mario Cognigni e il giorno prima della gara contro il Torino, ultima partita di campionato con scarso valore per i viola rispetto a quello che ha per i granata, che si giocano la possibilità di accedere alla prossima Europa League (manifestazione alla quale la Fiorentina si è già qualificata con una giornata d’anticipo).
Inevitabile partire dalle parole di Cognigni che, se da una parte conferma il tecnico, dall’altra lo bacchetta per le parole espresse a più riprese per il rafforzamento della squadra:
“Credo di essere stato sempre sereno. Le mie erano esternazioni di un allenatore che voleva rimanere, altrimenti avrei usato un’altra strategia. La mia volontà è sempre stata quella di rimanere. Rispetto ai tempi e ai modi credo di non aver sbagliato né gli uni né gli altri. Perché a loro avevo detto per tempo che cosa bisogna fare per migliorare la squadra e ho solo esercitato il mio diritto-dovere di dirlo pubblicamente. Per quanto riguarda poi i tempi, ero certo che il traguardo del quarto posto l’avremmo raggiunto perché, con tutto il rispetto, conosco meglio di tutti la mia squadra, meglio anche dei dirigenti”.
Ma chi ha deciso che lei resta, Cognigni?
“No, è stata soprattutto una mia scelta. Abbiamo parlato e ci siamo chiariti, ma io avevo già deciso prima di restare. Resto perché a Firenze mi sento molto stimato, altrimenti, per come sono fatto io, avrei scelto di starmene a casa con la famiglia”.”.
Ci può dire a quanto ammonta la clausola del suo contratto e quando scade?
“Quando scade non lo so (Cognigni ha detto il 15 giugno ndr). Ammonta a 6 milioni di euro circa, ma vorrei precisare che si tratta di un patto tra gentiluomini e che se, fra cento anni, dovessi decidere di andarmene non sarebbero messi ostacoli perché, lo ripeto, è un patto tra signori, quali si sono sempre dimostrati i Della Valle”.
Dunque i chiarimenti avuti l’hanno convinta e ha la certezza che questa squadra sarà rinforzata?
“Abbiamo parlato, sarà il campo a dire se sarà possibile fare una Fiorentina più forte. Io credo più ai fatti che alle parole. Di certo non sarà facile perché abbiamo un fatturato di tre volte inferiore a molte società. Dunque se loro fanno le cose come noi e non sbagliano non sarà semplice. Ma ci proveremo. I nostri direttori si sono dimostrati molto bravi nel loro lavoro e,a anche sul mercato, non hanno sbagliato quasi niente in questi due anni”.
Ha mai avuto contatti con Juve e Milan?
“Assolutamente no, ho solo sentito voci su presunti interessamenti, ma nessuno mi ha mai avvicinato. Se avessi saputo prima di queste voci forse avrei evitato di parlare. Comunque sono felice di aver espresso il mio pensiero, cosa che ho fatto sapendo di voler restare a Firenze, altrimenti me ne sarei stato zitto”.
Che cosa farà Cuadrado, resta o va via?
“Io da allenatore dico che lo vorrei allenare ancora. Anche perché non credo che abbia raggiunto ancora il top e che possa migliorare ancora molto. Quindi vorrei che restasse. Ma molto dipende anche dall’Udinese, visto che è a metà con loro, e dalla volontà dello stesso giocatore”.
Domani c’è il Torino, la Fiorentina non avrà le stesse motivazioni…
“Non credo, voglio una squadra che onori il campionato fino all’ultima giornata, per rispetto della sua storia e dei suoi tifosi”.
Rossi giocherà dall’inizio?
“E’ una possibilità a cui sto pensando”.
E Mario Gomez?
“Verrà in panchina”.

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