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Maggio Musicale Fiorentino, ci aspetta una stagione da incorniciare dopo la grande paura

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Dido e Aeneas
Dido e Aeneas

Sette titoli d’opera – anzi nove, ci sono anche le opere per ragazzi – con una novità assoluta per Firenze in apertura a settembre, “Il Campiello” che Ermanno Wolf-Ferrari compose sul testo di Goldoni, e quattro di danza (ma un paio sono misti, tra lirica e balletto). Ventuno concerti, con tante star, e una serie di eventi speciali: la commemorazione di Claudio Abbado con musica (il Requiem di Verdi) e un grande convegno, i novant’anni del baritono fiorentino Rolando Panerai, la serata per la Fondazione Cassius Clay in Palazzo Vecchio con Andrea Bocelli. E poi concerti per le scuole e nelle scuole, mostre di foto (Abbado) e di costumi (quelli donati da Renata Tebaldi, esposti a dieci anni dalla morte dell’indimenticata “Fossette di ferro”), incontri e conversazioni con il pubblico, ascolti guidati, e magari anche qualche bella sorpresa tutta da svelare.
Maggio Musicale, anzi Opera di Firenze anno primo. E’ la stagione della ripartenza dopo la Grande Paura, che sembra ormai davvero acqua passata: ne sono convinti il sindaco Dario Nardella, che annuncia di voler presiedere la Fondazione (la legge gli permetterebbe anche di delegare), e Francesco Bianchi, commissario straordinario. Ancora per poco: l’11 luglio si riunirà il nuovo consiglio di indirizzo (Vittoria Franco, Enzo Cheli, Micaela Le Divelec più il nome in arrivo dalla Regione) che dovrà scegliere la terna di candidati dentro la quale il ministero designerà il futuro soprintendente. Carica tutt’altro che di facciata: per la legge di riforma. Il nuovo soprintendente sarà “l’unico organo di gestione”. Poteri pieni, niente democrazia. Ecco perché il nome forte che gita è proprio quello di Bianchi, ormai diventato tutt’uno con quella poltrona (oneri e onori compresi). Lui stesso, in conferenza stampa, non smentisce, anzi si lascia andare a un suggerimento, sarebbe proprio lui quello che “più naturalmente potrebbe prendere le redini”. Di più: “Cercheremo di proporre al Comune una programmazione triennale, perché la nuova Opera di Firenze deve funzionare a pieno regime per 340 giorni l’anno”. Se non è una dichiarazione di intenti…
Prove di scena del Falstaff con Luca Ronconi
Prove di scena del Falstaff con Luca Ronconi

E così le facce sono più distese, in casa Maggio Fiorentino. Lo dice qualche anticipazione di una ricerca sul gradimento e sui mutamenti nel pubblico. Pochi numeri, ma significativi: 1,075 milioni di euro incassati con il Maggio grazie a 2.100 abbonati e 21.700 biglietti; 21.622 iscritti alla nuova pagina Facebook, tanto che si pensa d’ora in poi a post bilingui; gli acquisti online già saliti dal 14 al 19%, con l’intento di andare al 24% a fine 2014, al 45% a fine 2015, al 65% nel 2016, mentre il nuovo sito è stato visitato da utenti di 132 paesi del mondo, italiani americani tedeschi e inglesi in testa.
E poi c’è la musica. Un fiume, da settembre ad aprile, considerati anche gli impegni fuori sede, che tornano, vuol dire che si può ricominciare a spendere “anche se io mi sono giocato la faccia con i tanti artisti ancora da pagare”, sorride il consulente artistico Gianni Tangucci. Che poi, consulente: “Lavora dalle 8 del mattino alle 11 di sera e anche più, senza di lui questa stagione non sarebbe stata possibile”, l’accarezza Bianchi, insomma altro che consulente, questo è lavoro degno di un direttore artistico vero e proprio.
La musica, dunque. Troppa per essere raccontata tutta qui. Le opere: “Il Campiello” di Wolf-Ferrari poi Cavalleria Rusticana di Mascagni con il balletto La Luce nel tempo, Falstaff di Verdi, I Puritani di Bellini, Dido and Aeneas di Purcell con il balletto Le Jeune Homme et la Mort, e infine la Traviata ad aprile, tutte all’Operra di Firenze; ma anche la favola amara di Brundibar di Hans Krasa e quella più tenera del Pollicino di Henze al Goldoni, spazio che sarà molto usato durante questi sette mesi di musica, come anche l’auditorium ex chiesa di Santo Stefano al Ponte Vecchio, soprattutto per  tutta la serie del Barocco, con una bella chicca, un concerto scritto (e diretto, ovvio) da Federico Maria Sardelli “che sfido chiunque – lancia il guanto Tangucci – a distinguere dal vero Vivaldi”; e nelle serate barocche, anche prime composizioni assolute, per un confronto tra tempi e linguaggi lontani. Per la danza, anche Les Quatre Saisons e Punto d’Azione su note di Ennio Morricone. Bei nomi sul podio: Zubin Mehta, certo, e poi Daniele Gatti, Roberto Abbado Daniel Oren, i giovanissimi Andrea Battistoni e Ryan McAdams, Xu Zhong, Pietari Inkinen, Antonello Manacorda, Leonidas Kavakos, Pinchas Zuckerman, Giacomo Sagripanti che dirigerà un maxiconcerto per i 150 anni di Firenze Capitale (offerto a un euro agli abbonati) con intere parti della Lucia di Lammermoor e dell’Ernani… Bei solisti, anche in collaborazione con gli Amici della Musica: Andras Schiff, Maria Joao Pires  con Julien Brocal, Aldo Ciccolini,  Evegenij Kissin… Tante serate con il coro diretto da Lorenzo Fratini, perché sentirli cantare è piacere vero, per l’udito e per l’anima.
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Paolo Pellegrini

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