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NotunnelTav. Soldi al vento ancor prima di iniziare. Consegnate in regione, comune e prefettura 3.000 firme

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Un serpentone lungo 35 metri invaderà martedì prossimo il centro di Firenze collegando la sede della Regione con Palazzo vecchio. Nessun timore o rischi per cittadini e turisti. Vi saranno raccolte le 3.000 firme raccolte dal comitato No Tav per cercare di salvare quella che si presenta come una vera devastazione di Firenze. Mercoledì in consiglio regionale si parlerà di Tav su richiesta di Monica Sgherri.

<E’ l’occasione – dicono i responsabili del comitato – per farsi sentire, per far capire che non solo si gettano soldi al vento ma esiste un rischio reale di staticità dei palazzi dove passa>

Il Comitato consegnerà al Presidente della Regione Toscana, al Presidente delle Provincia e al Sindaco di Firenze le 3.000 firme, raccolte durante i presidi informativi fatti in città, sull’”appello al buon senso”.
Nodavia – il General contractor dell’attraversamento dell’Alta velocità fiorentina legata alle cooperative edmiliane – ha annunciato che nonostante ancora non siano partiti i lavori degli “interventi maggiormente complessi e impattanti”, il costo dell’intervento è già passato da 694 milioni iniziali a oltre 890 milioni, con un incremento di 200 milioni, quasi il 30%.

Secondo Nodavia “danni pari a 5 milioni di euro”,per la sosta forzata della Talpa Monnalisa perché qualcuno ha deciso (sarebbe bene che Nodavia facesse il nome e cognome di questo qualcuno) “discrezionalmente di non gestire il materiale come rifiuto ma di attendere il perfezionamento del percorso giuridico-amministrativo per gestire il materiale come terra e roccia”, che forse, come da audizione in Provincia, avverrà nell’autunno.

A quanto si arriverà alla fine? Nessuno può fare previsioni, la tratta Firenze-Bologna, tanto per dire, ha avuto un costo finale di oltre il 400% dell’iniziale. Se poi, come prevedibile, ci saranno dei danni, e se questi saranno in qualche modo risarciti, indovinate da dove verranno le risorse: naturalmente dal bilancio pubblico.

Già Nodavia chiede un accordo bonario per rivedere drasticamente il costo dell’opera minacciando  di andarsene. I fiorentini non la tratterrebbero a forza. Anzi gli pagherebbero anche il biglietto di andata senza ritorno.

Perché si parla  “spending review” sui costi della Tav. Chiedere a qualche personaggio politico che appoggia il governo Monti- 

Per una volta non parliamo di falda, di impatti, di danni agli edifici, di camion e cantieri infiniti, di aria inquinata e traffico in tilt e salute che se ne va, parliamo di soldi, dei nostri soldi – si legge nel sito della consigliera De Zordo – Si tagliano le pensioni, si abbassano i salari, si diminuiscono o si cancellano i servizi, la sanità, la scuola. Si licenziano anche senza giustificato motivo decine di migliaia di lavoratori.

Ma si buttano al vento milioni. A che titolo? quando anche Francia e Germania hanno già tirato i remi in barca sul tema alta velocità affermando che il costo non vale il ritorno economico.

In Italia si va avanti con un tunnel inutile solo per accontentare una casta che non teme certamente la crisi. Chiedere cosa ne pensano le migliaia di giovani che non trovano il lavoro o gli esodati.  Soldi da destinare a investimenti produttivi per far ripartire l’economia.

Piero Campani

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