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Don Paolo, parroco di Sacro Cuore al Romito: “Le benedizioni su appuntamento, un momento di preghiera consapevole che sta portando i suoi frutti”

Redazione
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Don Paolo, parroco di Sacro Cuore al Romito
Don Paolo, parroco di Sacro Cuore al Romito

“La benedizione su richiesta? Non capisco perchéstupisca tanto. Non sono l’unico a utilizzare questo sistema ed è soprattutto un modo per venire incontro alle esigenze di questo territorio e per vivere questo momento in modo più consapevole”. Così spiega Don Paolo, parroco della chiesa di Sacro Cuore al Romito in zona Statuto, fornendo delle precisazioni in risposta all’articolo pubblicato sul sito de Il Corriere Fiorentino sull’organizzazione delle benedizioni pasquali. Nei giorni scorsi infatti èstato distribuito un volantino a tutte le famiglie in cui si davano le indicazioni per richiedere la visita del parroco per la consueta benedizione pasquale. “Quando sono arrivato in questa parrocchia nel 2005–racconta Don Paolo –facevo il giro dei parrocchiani in modo diciamo tradizionale, come del resto ho sempre fatto quando ero parroco in realtàpaesane come le Sieci e Certaldo. Qui a Firenze mi sono accorto che cosìla cosa non funzionava e ho constatato che questa fosse la soluzione migliore”. Un modo per evitare rifiuti, anche se garbati, porte chiuse, oppure benedizioni fatte in famiglie che accettavano la sua presenza piùper dovere che per convinzione religiosa, Don Paolo insieme a Don Servais ha scelto questo sistema che si sta rivelando un successo. La parrocchia ècostituita da un territorio di circa 5 mila abitanti, ma di 2200 nuclei familiari –molti monofamiliari –e le persone sono spesso fuori casa fino a tardi. Di qui la decisione di svolgere questa funzione nel tardo pomeriggio. “Facendo il giro tradizionale delle benedizioni mi ero reso conto che solo il 50 per cento mi apriva la porta di casa loro –prosegue –adesso con questo sistema le famiglie che mi accolgono lo fanno con piùconvinzione perchépiùmotivate ed èveramente un piacere anche per me incontrarle”.“Con questo invito volevo anche far capire alle persone che la benedizione èun momento di preghiera –spiega il parroco – al giorno d’oggi sono aumentante le persone di confessioni diverse e in generale la fede deve sempre essere una scelta fatta in totale libertà. Non voglio entrare per forza in case dove non sono desiderato”.Chiesa_Sacro_ Cuore_al_RomitoA chi l’accusa di non svolgere cosìl’opera di evangelizzazione, Don Paolo risponde: “La benedizione èperò un atto di culto confessionale e quindi non èquesto il modo per avvicinare le persone alla religione cattolica. Per svolgere questa attivitàbisogna partire da una pre-evangelizzazione, instaurare dei rapporti di amicizia, di fraternità, di fiducia. Non si possono costringere le persone alla fede, e neanche dare l’impressione di considerarle bottiglie vuote da riempire perchési potrebbe ottenere l’effetto contrario”.

Elisabetta Failla

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