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Renzi:”Resto al mio posto finchè mi votano !!!” Ma il parlamento che ci sta a fare?

admin
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Sarò un ragazzo di campagna che non capisce i tortuosi giochi della politica. Ma a scuola mi hanno insegnato i regolamenti elementari della democrazia. Quelli proprio terra terra. Così mi sono stupito nell’ascoltare il presidente del consiglio che ieri sosteneva con cipiglio da Bartolmeo Colleoni, che ognuno poteva dire quello che voleva, ma che lui sarebbe restato al suo posto fino a che l’elettorato lo avesse votato.
Le cose stanno in modo diverso. Intanto nessun elettorato fino a questo momento, ha votato Renzi alla presidenza del Consiglio, così come dettano le regola tradizionali, sostituite da quelle napolitanee che mettevano alla presidenza del consiglio chi voleva lui o chi volevano cattivi amici come La Merkel e Hollande, mai chi votavano gli italiani. Così è stato per Renzi.

E’ lì per volontà di chi sa chi, e siccome la cosa gli è piaciuta, spera ardentemente nel nuovo presidente della Repubblica da lui fortemente voluto. Non si sa mai.
Ma così pensando Renzi non tiene conto ancora una volta del parlamento: lui non starà dovè fin che lo votano gli elettori, lui starà dov’è fin che il Parlamento non lo sfiducia. Cosa che forse non accadrà mai, con il Parlamento che ci si ritrova, ma comunque nessuno ha abrogato – per ora- la regola della fiducia e della sfiducia come prevista dalla bistrattata ormai sbertucciata e ignorata carta costituzionale.

Possibile che nessuno abbia mai spiegato al nostro premier questa regoluzza rappresentativa del nostro ordinamento costituzionale? Si può trovare anche sul Bignami.
E se per caso Renzi dicendo questa frase si sia riferito anche alle primarie del suo partito, come può dimenticare che grazie a un sotterraneo prepatto del Nazzareno i suoi elettori erano così compositi da far pensare a una zuppa inglese difficilmente ricomponibile in futuro. E dunque proprio per questo avrebbe deciso di abolire le primarie. Putiniana, la strategia, nemmeno nuova.

Insomma, via le primarie, ignorate e zittito Parlamento, azzoppata la democrazia e obbedito all’Europa, il premier si è apertoIl governo it la strada per l’eternità governativa. E questa se mi permettete è politica vera. Che tutti noi abbiamo approvato con il silenzio assenso.
Per concludere – da ragazzo di campagna – ho l’animo esacerbato: non era mai successo che mentre un nostro ministro degli interni spiega che per fronteggiare l’immigrazione selvaggia l’Italia ha bisogno di una mano, francesi e tedeschi ai quali si rivolge – artefici entrambi di una pietosa storia europea già nel Novecento – gli abbiano riso in faccia. Ma certo, si torna a bomba: questo governo l’hanno voluto loro. Tedeschi e Francesi, appunto.

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