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Ius soli sportivo, Giovanni Bellosi (U.S.D. Casellina): “il primo passo per l’integrazione parte dallo sport e dai bambini”

Redazione
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di Elisabetta Failla

È legge la norma che ammette nelle società sportive giovani stranieri, residenti in Italia, a partire dai 10 anni di età. Con 215 sì, 6 no e 2 astenuti il Senato ha approvato infatti lo Ius soli sportivo, il ddl che consente e favorisce l’integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l’ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva. Da adesso i minorenni residenti in Italia a partire dai dieci anni di età potranno essere tesserati con le stesse regole che valgono per i ragazzi italiani. Solamente non otterranno la cittadinanza, né potranno vestire la maglia azzurra.

giovanni bellosiSoddisfatto di questo norma Giovanni Bellosi (nella foto) presidente della società sportiva U.S.D. Casellina di Scandicci che dalla primavera del 2015 è uno dei dieci centri tecnici in Italia della Sampdoria. “Non conosco ancora in dettaglio la legge – esordisce Bellosi – ma sono favorevole non solo allo Ius soli sportivo ma in generale anche allo Ius soli”. Dichiarazione che potrebbe apparire “strana” per una persona come lui che politicamente proviene della centro destra. “Ḕ stato proprio il calcio a farmi cambiare idea – spiega – In Italia, e anche a Scandicci, ci sono bambini che hanno la cittadinanza di un Paese extracomunitario che probabilmente non conosceranno mai e al quale sentono di non appartenere. Molti di loro sono nati qui e parlano fiorentino come i loro coetanei italiani. Non considerarli uguali è di per sé una follia”.

L’Amministrazione Comunale di Scandicci è sempre stata favorevole allo Ius soli tanto che il 2 giugno del 2012, Festa della Repubblica, i bambini e i ragazzi tra i 6 e i 18 anni nati in Italia da genitori stranieri e residenti a Scandicci hanno ricevuto dal Sindaco Simone Gheri l’attestato di cittadinanza onoraria. “Ricordo benissimo quel giorno – prosegue Bellosi – perché accompagnai io stesso un nostro giocatore. Il calcio, lo sport in generale, può essere un mezzo per la lotta contro l’immigrazione clandestina. Ma può essere anche un primo passo per l’integrazione fra persone di diversa etnia. Si parte dai bambini per evitare di trasformare alcune zone in ghetti come, ad esempio, alcune banlieu parigine o periferie di altre città europee”.

La società del Casellina ha sempre cercato di svolgere anche un’importante funzione sociale per il quartiere “Abbiamo mantenuto lo spirito di servizio che è sempre esistito nella società fin dall’inizio proseguendo a dare valore ai principi sportivi, educativi e sociali – spiga il presidente – I nostri tesserati sono ragazzi di ogni estrazione sociale. Ci sono anche ragazzi che provengono dai campi rom. La fatica è tanta ma passa quando vediamo che davanti ad un pallone si azzerano le barriere sociali”.

Infine la speranza di Giovanni Bellosi è che con questa legge diminuiscano le lungaggini burocratiche. “L’iter per tesserare un ragazzo straniero è diverso e più lungo – conclude – tanto che possono passare anche dei mesi. Ripeto, non conosco la legge nel dettaglio, ma spero che non sia soltanto una legge che esprima esclusivamente un punto di vista sociale e che permetta invece di velocizzare l’iscrizione di questi ragazzi ai campionati FIGC.”

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