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Furti in abitazioni Banda di albanesi riciclava in un’oreficeria e due “Compro Oro” i preziosi rubati

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L’attività di indagine da parte di carabinieri  è stata avviata a seguito di un furto in abitazione perpetrato il 30 agosto 2015 a Tavarnuzze , dove era stato rubato, tra l’altro, un telefono cellulare ed era stata rinvenuta una tessera sanitaria riconducibile ad un cittadino albanese. Le successive indagini, hanno consentito di accertare l’esistenza di un gruppo di albanesi dediti ai furti in abitazione (in particolare nelle zone di Firenze, Lastra a Signa, Montelupo, Cerreto Guidi, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Prato), perpetrati tra le ore 17.00 e le ore 22.00. Connazionali del gruppo di albanese provvedevano poi a ricettare i preziosi rubati, anche spedendoli in Albania con bus di linea.

Per i gravi indizi di colpevolezza raccolti, nonché il fondato pericolo di fuga, il P.M.  Leopoldo De Gregorio, ha emesso un decreto di fermo del P.M. a carico di 6 albanesi dell’età compresa tra i 27 ed i 37 anni che veniva eseguito il 16 dicembre 2015 nei confronti di 5 dei 6 indagati (uno è tuttora latitante) e contestualmente si procedeva a sottoporre al fermo della polizia giudiziaria un albanese, classe ’90, ulteriore componente della banda di ladri rintracciato presso l’abitazione di un complice. Nel decreto di fermo venivano contestati 26 tra furti consumati o tentati, avvenuti tra il 04 novembre ed il 5 dicembre 2015, in Prato, Firenze e provincia.

Durante i numerosi servizi di controllo e indagini sono stati individuati esercenti compiacenti che riacquistavano i preziosi proventi di furti, in particolare veniva recuperata refurtiva presso un’oreficeria “Gold Trend” (per un valore di circa 2.300,00 euro), presso due  Compro Oro per un valore di oltre 4.500 euro. In tutte le circostanza appena gli interessati si erano allontanati dal negozio è stato eseguito un controllo da parte dei militari della Compagnia di Scandicci che ha permesso di rinvenire e sequestrare svariati monili in oro, consegnati poco prima dai due albanesi. La maggior parte della merce sequestrata è stata poi riconosciuta da una vittima.

 

 

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