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“Firenze si sveste” il messaggio dai lavoratori della Guess dopo il progetto di decolazzazione

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“Firenze si sveste”: questo l’allarme lanciato da lavoratrici e lavoratori Guess del capoluogo toscano, che protestano contro il progetto di delocalizzazione in Svizzera. Per dare concretezza al messaggio, stamani hanno manifestato per le vie del centro storico: sul ponte Santa Trinita hanno appeso abiti Guess a un filo e hanno inscenato una sfilata, con la musica di Lady Gaga e lo slogan “Guess in Florence” ripetuto più volte. Secondo quanto annunciato all’iniziativa, il 1 aprile un rappresentante di Guess Europe, la vicepresidente dell’abbigliamento Roberta Gandolfi, incontrerà le rappresentanze sindacali. E’ stata inoltre inviata una lettera, concordata con le istituzioni locali, al ministero dello Sviluppo economico per metterlo a conoscenza della situazione.

Si sono tolte i vestiti di dosso e li hanno appesi sulle spallette di ponte Santa Trinita, sopra l’Arno, con vista su Ponte Vecchio perché “Firenze si sveste della moda“. Si è concluso con un flash mob il corteo delle dipendenti della Guess, la manifestazione (circa 200 le persone presenti) che ha accompagnato lo sciopero proclamato dalla Rsu aziendale e dalla Filctem Cgil per contrastare la decisione della società intenzionata a trasferire i comparti stile e prodotti in Svizzera (a Lugano, sede della Guess Europe).

Una scelta intrapresa a Los Angeles, sede principale della griffe, che “mette a rischio 90 posti di lavoro“, in pratica l’intero settore della Guess service dello stabilimento fiorentino. “Domani torniamo al lavoro”, spiega Alessandro Picchioni della Cgil, anche se “la situazione resta tesa”. La vertenza, infatti, vive un momento di stallo: i pensieri delle lavoratrici sono rivolti a venerdì primo aprile, “quando sindacati e Rsu– annuncia Picchioni- incontreranno a Firenze i vertici della Guess Europe. La prossima settimana, poi, faremo il punto con il Comune e la Città metropolitana”. Venerdì “banalmente ascolteremo quel che ci verrà a dire la società”, anche perché la Cgil non cambia strategia, i due paletti, di merito e di metodo, piantati negli scorsi giorni restano più attuali che mai.

Così, se si guarda al piano industriale e alle strategie economiche del domani, la Filctem chiede il passaggio dei 90 lavoratori dalla Guess Italia alla Guess Europe, all’interno però del sito fiorentino, salvando così stabilimento e forza lavoro. Se invece il ragionamento si concentra sulla vertenza, per la Cgil “è necessaria una proposta complessiva, che si soffermi su tutti gli aspetti sociali della vertenza”. Quanto alle proposte individuali per il trasferimento dei singoli dipendenti a Lugano, si tratta di un fronte, sottolinea Picchioni, che “siamo riusciti a smontare: l’azienda è riuscita a contattare pochissimi lavoratori”. C’è poi l’altro versante della partita, quello politico-istituzionale: è in questa logica che la Cgil, concordando l’azione con Comune e Città metropolitana, ha inviato ieri una lettera al Mise. “E’ necessario che anche il Governo si sieda al tavolo, siamo in attesa di una convocazione”. In mattinata, inoltre, Alessia Petraglia e Marisa Nicchi di Sel, la prima senatrice, la seconda deputata, “hanno promesso- riferiscono dal sindacato- un’interrogazione in Parlamento sul caso“.

Perché avete dato vita a questa protesta su ponte Santa Trinita coi vestiti appesi in Arno? “La Guess è un caso simbolo. A Firenze si rischia- spiega Bernardo Marasco, segretario della Filctem Cgil- di spogliarsi delle capacità produttive fiorentine, attraverso varie crisi: lo è stato per Cavalli, lo è ora perBraccialini, la vicenda Allegri. Molte griffe stanno facendo questa scelta: noi chiediamo alle istituzioni di fare tutti gli investimenti necessari, in tracciabilità, legalità e formazione, per impedire questa logica, per far sì che queste imprese non lascino il nostro territorio”.

 

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