- Da alchimista a stanco ripetitore di se stesso il passo è stato breve. Soltanto un anno fa di questi tempi l’allenatore Paulo Sousa era oggetto di studio avanzato per comprenderne l’innovazione portata nel campionato italiano. Adesso l’obiettivo unanime è motivare il demotivatore del gruppo, ritrovare l’empatico fattosi serioso, convincerlo che sì due punte è meglio di una per fare gol, che Ilicic non è un titolare inamovibile, che Borja Valero non può stare lassù. E, soprattutto, fare rendere al meglio Federico Bernardeschi, non sprecare il talento cresciuto nel vivaio viola. Come se si fosse incartato da solo in un labirinto di scelte tattiche da cui non riesce a uscire, il tecnico portoghese si ritrova in una situazione non facile, tra il suo credo calcistico e le esigenze di una squadra involuta.
Verso l’Atalanta (domenica prossima alle 12.30), primo di sette confronti ravvicinati tra Campionato ed Europa League, il tecnico dovrà dunque prendere delle decisioni. L’opinione diffusa è che rimarrà fedele al prediletto 3-4-2-1 con Kalinic terminale avanzato. Quanto a Babacar, partirà con ogni probabilità dalla panchina con eventuale ingresso nella ripresa in caso di bisogno. Contro lo Slovan Liberec è invece da ipotizzare l’attacco a due punte, come già fatto nei precedenti incontri europei. Josip Ilicic nuovamente titolare dopo l’assist vincente in Nazionale con cui la Slovenia ha superato la Slovacchia (stasera alle 20.45 di nuovo in campo contro l’Inghilterra). Badelj, ancora più distratto dalle voci di mercato milaniste dopo l’infortunio di Montolivo, potrebbe lasciare spazio a Vecino, anche lui stasera alle 22.30 impegnato con il suo Uruguay nel derby fiorentino sudamericano con la Colombia di Carlos Sanchez. E Bernardeschi? Esterno destro a lavorare su tutta la fascia. Considerando anche il discutibile esito della sua prova da mezzala in Nazionale, non è tempo per altri esperimenti per lui. - Paolo Mugnai
Il dilemma di Sousa di Paolo Mugnai
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