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Occupazione di Palazzo Strozzi, la dichiarazione del direttore Arturo Galansino

Redazione
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In seguito al rogo  a Sesto Fiorentino, che ha visto la morte di Alì Muse, rifugiato somalo, che ha perso la vita nel tentativo di salvare i documenti per il ricongiungimento familiare con la moglie e la figlia, che vivono in Keya, un gruppo di migranti, scampati all’incendio, ha occupato ieri Palazzo Strozzi, sede della mostra Ai Weiwei. Libero, rivendicando il diritto alla casa e ad una vita dignitosa, trovando nella mostra e nel lavoro dell’artista la voce simbolo della loro protesta.

L’ingresso alla mostra è stato bloccato e la protesta è continuata dentro il palazzo. Sulle scale è stato di nuovo srotolato lo striscione con scritto “Ali Mouse è morto per colpa dello Stato”. Verso le 17 la mostra è stata riaperta, dopo che era stata chiusa intorno alle 13. La biglietteria è stata riaperta e i visitatori sono stati fatti entrare da un ingresso secondario. I manifestanti sono rimasti raggruppati nelle scale d’ingresso, seduti dietro allo striscione su cui era scritta la frase ‘Ali morto per colpa dello Stato’.

Poco prima delle 20 i migranti hanno lasciato Palazzo Strozzi. In autobus sono stati portati al palazzetto dello sport di Sesto Fiorentino che li ospiterà temporaneamente. Questa la dichiarazione del direttore della Fondazione Palazzo ARTURO GALANSINOStrozzi Arturo Galansino:

“L’arte è veicolo di sensibilizzazione e confronto – e la mostra di Ai Weiwei a Palazzo Strozzi oggi è diventata luogo per dare voce al dramma dei migranti. I manifestanti hanno visto nella figura dell’artista e nelle opere in mostra un grido per la loro protesta, riconoscendone il grande valore simbolico. Palazzo Strozzi conferma di essere un luogo di dialogo e accoglienza per tutti. Allo stesso tempo dobbiamo garantire l’accesso ai nostri visitatori. Abbiamo allertato le autorità competenti e auspichiamo che la situazione venga risolta nel modo migliore possibile”

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