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Milano entra a far parte delle Case della Memoria

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Dopo essersi consolidata in Toscana, oltre che in altre 11 regioni italiane, le Case della Memoria registrano l’ingresso di tre nuove realtà di proprietà del Comune di Milano. Il Comune del capoluogo lombardo diventa così socio e parte attiva dell’Associazione Nazionale Case della Memoria che con l’ingresso di Milano, una città importantissima per la cultura e per l’economia, si proietta in una dimensione sempre più europea, a testimonianza della fiducia e dell’autorevolezza che la rete si è guadagnata in questi anni. Si tratta della Casa museo Boschi Di Stefano dei coniugi Antonio Boschi e Marieda Di Stefano e della Casa studio dello scultore Francesco Messina che sono state accettate come case socie, alle quali si aggiunge la Casa della Memoria di Milano che, in considerazione delle sue caratteristiche peculiari, è stata inserita tra i partner come avvenuto in passato per il Cimitero degli Inglesi e quello degli Allori di Firenze. C’è soddisfazione da parte di Adriano Rigoli e Marco Capaccioli, presidente e vicepresidente (entrambi toscani) dell’Associazione Nazionale Case della Memoria.

«Siamo grati al Comune di Milano per l’attenzione e la fiducia che ha mostrato alla nostra realtà associativa – commentano Adriano Rigoli e Marco Capaccioli –. Con l’ingresso di Casa Boschi Di Stefano, della Casa Studio Francesco Messina e della Casa della Memoria di Milano la nostra rete si arricchisce di tre realtà culturalmente prestigiose, che afferiscono a un Comune altrettanto importante in Italia e oltre confine. Siamo soddisfatti che anno dopo anno il valore di quanto l’associazione sta facendo sia sempre più riconosciuto e compreso: questo è un bene per le tante case che fanno parte della nostra rete e per tutte le altre che speriamo di coinvolgere nel nostro progetto».

«L’ingresso di tre realtà milanesi civiche nella rete nazionale delle Case della Memoria testimonia la chiara volontà del Comune di Milano di fare sistema tra le diverse istituzioni culturali, sia nella nostra città che su scala nazionale e internazionale – dichiara l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno -. Un metodo che permette di valorizzare il patrimonio di ciascuna istituzione e promuovere gli scambi, per una sempre più ampia diffusione della bellezza e della conoscenza».

Casa Boschi Di Stefano (in via Giorgio Jan 15) è aperta dal 2003 ed espone, nei locali abitati dai coniugi Antonio Boschi (1896-1988) e Marieda Di Stefano (1901-1968), una selezione di circa trecento delle oltre duemila opere della loro collezione, donata al Comune di Milano nel 1974. Una straordinaria testimonianza della storia dell’arte italiana del XX secolo, tra pitture, sculture e disegni, dal primo decennio del Novecento alla fine degli anni Sessanta. All’ingresso si trovano i ritratti dedicati ai coniugi Boschi e le ceramiche della stessa Marieda, tele di Severini e di Boccioni mentre nella “sala del Novecento italiano” sono esposte opere di Funi, Marussig, Tozzi, Carrà e Casorati. La “sala Sironi”, interamente dedicata all’artista, ospita anche sculture di Arturo Martini. E poi scorrono il Gruppo di Corrente, Morandi e De Pisis, i Chiaristi e ancora gli “Italiens de Paris” (Campigli, Paresce, Savinio, de Chirico). La “sala Fontana” propone venti lavori, mentre le ultime due stanze sono riservate ai postcubisti picassiani, agli spazialisti, ai nucleari e ai pittori informali, fra cui Piero Manzoni con i celebri “Achrome”.

La casa studio Francesco Messina (in via Cesariano 10) aperta nel 1974 è ospitata nell’antica chiesa sconsacrata di San Sisto: è qui che l’artista siciliano (1900-1995), milanese di adozione, ha voluto che fosse conservata una parte della sua opera, grazie al lascito fatto al Comune di Milano. Lo Studio Museo custodisce 80 sculture e 26 opere su carta scelte tra le più pregevoli dell’artista siciliano. Realizzate nell’arco dell’intera vita del maestro, ne documentano la grande abilità tecnica e l’interesse per il realismo. La maggior parte delle sculture esposte sono realizzate in bronzo, ma sono presenti alcune preziose opere in terracotta policroma, in gesso, marmo e cera, espressive di quell’istante vitale che anima i cavalli in corsa, le danzatrici flessuose o i volti di personaggi più o meno famosi del XX secolo. Anche le opere su carta, litografie, acquarelli, matite e pastelli, trattano gli stessi soggetti delle sculture: nudi, cavalli, ritratti. Visibile anche lo studio dell’artista, conservato intatto, oltre al letto in cui il maestro dormiva nei periodi di più intenso lavoro.

La Casa della Memoria di Milano (in via Federico Confalonieri 14) ospita la sede di alcune associazioni che conservano la memoria della conquista della libertà e della democrazia in Italia: l’Associazione nazionale ex deportati (Aned), l’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi), l’Associazione italiana vittime del terrorismo (Aiviter), l’Associazione piazza Fontana 12 dicembre 1969 e l’Istituto nazionale di studi sul Movimento di Liberazione d’Italia (Insmli). Inaugurata il 24 aprile 2015, in occasione delle celebrazioni per il 70esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, la struttura voluta e ideata dal Comune di Milano si pone l’obbiettivo di accogliere e raccontare la memoria cittadina. Sulle facciate della Casa della Memoria compaiono i ritratti di diciannove di milanesi anonimi (che suggeriscono la complessa composizione della moltitudine che ha animato la città nel dopoguerra) e di otto quadri storici che fissano alcuni momenti decisivi della storia recente della città come la deportazione nei campi di concentramento, la Liberazione, l’attentato di piazza Fontana.

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