di Elisabetta Failla
Dopo la contemporaneità di Marina Abramovich Palazzo Strozzi torna al Rinascimento co la prima retrospettiva mai dedicata ad Andrea del Verrocchio, mostrando al contempo gli esordi di Leonardo da Vinci, con sette sue opere, alcune delle quali per la prima volta esposte in Italia. Una mostra straordinaria che offre uno sguardo sulla produzione artistica a Firenze tra il 1460 e il 1490 circa, l’epoca di Lorenzo il Magnifico.
Da domani, 9 marzo, al 14 luglio 2019 Verrocchio, il maestro di Leonardo presenta per la prima volta a Palazzo Strozzi, con una sezione speciale al Museo Nazionale del Bargello, straordinari capolavori di questo artista messo a confronto con opere di precursori, artisti a lui contemporanei e discepoli, come Desiderio da Settignano, Domenico del Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Bartolomeo della Gatta, Lorenzo di Credi e Leonardo da Vinci.
Non è un caso quindi che proprio quest’anno in cui si celebra il cinquecentesimo anniversario della morte di quest’ultimo, l’esposizione di Palazzo Strozzi e del Museo Nazionale del Bargello rappresenta uno dei più importanti eventi a livello internazionale nell’ambito delle celebrazioni leonardiane.
Per la sua realizzazione ci sono voluti ben quattro anni. “Ḕ stata la prima mostra a cui ho lavorato una volta arrivato a Firenze – ha spiegato Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi – Per uno storico dell’arte questa mostra è un sogno che si avvera. Realizzare la prima rassegna su Andrea del Verrocchio, padre nobile del Rinascimento, rappresenta un’impresa unica e ambiziosa, resa possibile grazie alla collaborazione con i Musei del Bargello e agli eccezionali prestiti provenienti da musei di tutto il mondo. Abbiamo lavorato per oltre quattro anni per portare a Palazzo Strozzi questa grande esposizione che, presentando l’attività multiforme di Verrocchio e della sua bottega, indaga al contempo gli esordi del genio di Leonardo da Vinci, proprio nell’anno in cui Firenze e la Toscana diventano luoghi simbolo delle celebrazioni internazionali a lui dedicate. Con questa mostra Palazzo Strozzi consolida il suo ruolo di centro espositivo leader in Italia, in grado di creare valore per la città di Firenze e per il suo territorio”.
Curata da due tra i maggiori esperti del Quattrocento, Francesco Caglioti e Andrea De Marchi, la mostra comprende oltre 120 opere tra dipinti, sculture e disegni, con prestiti provenienti da oltre settanta tra i più importanti musei e collezioni private del mondo come il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery of Art di Washington DC, il Musée du Louvre di Parigi, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Victoria and Albert Museum di Londra, le Gallerie degli Uffizi di Firenze.
Verrocchio sperimentò nella sua bottega tecniche e materiali diversi. Giovanissimo imparò l’arte dell’oreficeria per poi passare al disegno, alla scultura in marmo, quindi la pittura e, infine, la fusione in bronzo. Lui, cresciuto nella bottega di Donatello, formò un’intera generazione di maestri, con i quali ha sviluppato e condiviso generosamente il proprio sapere, che hanno diffuso in tutta Italia, e fuori, il gusto e il linguaggio figurativo fiorentino, come testimoniano opere quali il David in prestito dal Museo Nazionale del Bargello, uno dei simboli assoluti dell’arte del Rinascimento e della città di Firenze stessa, e il Putto col delfino, in prestito dal Museo di Palazzo Vecchio, opera capitale e modello di naturalezza. Alla scultura si affiancano dipinti supremi come la Madonna col Bambino della Gemäldegalerie di Berlino o la Madonna col Bambino e angeli e l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo della National Gallery di Londra: capolavori presentati insieme per la prima volta, che attestano lo straordinario talento di Verrocchio nel campo della pittura, in cui diviene punto di riferimento per i suoi celebri allievi.
Formidabile, inoltre, la selezione di disegni e dipinti su lino provenienti da alcuni dei più importanti musei del mondo, che permetteranno un confronto vivo e diretto tra i lavori del maestro e quelli dei suoi allievi, come nel caso della celebre Dama dal mazzolino (foto in alto) del Bargello posta accanto allo studio di Braccia e mani femminili di Leonardo da Vinci, generosamente concesso in prestito da Sua Maestà la Regina Elisabetta II. Parte fondamentale della mostra sono infatti opere del giovane Leonardo, che negli anni Settanta lavorò nella bottega di Verrocchio, contribuendo al passaggio verso la Maniera Moderna, uno dei temi più avvincenti dell’arte di tutti i tempi.
L’esposizione si propone di illustrare l’inesauribile vena creativa del maestro in un intreccio profondo e continuo tra pittura e scultura, presentando la sua opera nel dialogo costante con allievi fuori dal comune, per i quali la sua bottega fu luogo di intensa sperimentazione e condivisione.
Tra le varie opere in mostra c’è la Madonna col Bambino, attribuita ad un giovane Leonardo d Vinci, una scultura in terracotta che per la prima volta esce dalle collezioni del Victoria and Albert Museum di Londra di cui fa parte dal 1858 e dove è solitamente esposta come opera di Antonio Rossellino. “Questa strabiliante Madonna non ha riscontri diretti e persuasivi con nessun’altra scultura del Rinascimento fiorentino, mentre ne ha moltissimi con i disegni e i dipinti di Leonardo, soprattutto giovanili, ma anche maturi – ha spiegato il professor Francesco Caglioti – Restando a lungo nella bottega di Verrocchio, Leonardo dovette impararvi a modellare benissimo l’argilla”.
La mostra collega idealmente Palazzo Strozzi col Museo del Bargello dove sono dislocate due sezioni dedicate al tema dell’immagine di Cristo e dove è esposta l’Incredulità di san Tommaso, capolavoro bronzeo di Verrocchio.
La rassegna si inserisce in una ricca rete di collaborazioni con musei e istituzioni di Firenze e del territorio, oltre che stranieri. Tra queste spiccano quelle con l’Opera di Santa Maria del Fiore e l’Opera Medicea Laurenziana che custodiscono fondamentali capolavori inamovibili di Verrocchio.
La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e dai Musei del Bargello con la collaborazione della National Gallery of Art di Washington DC (che sarà la seconda sede dell’esposizione dal 29 settembre 2019 al 2 febbraio 2020). Con il sostegno di Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze. Con il contributo di Fondazione CR Firenze. Main sponsor Intesa Sanpaolo