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Lorenzo Orsetti ucciso dall’Isis sarà sepolto a Firenze su desiderio della famiglia

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Lorenzo Orsetti sarà sepolto a Firenze, forse al cimitero di Rifredi. Così hanno deciso i genitori del trentatreenne fiorentino  ucciso dall’Isis in Siria. mentre combatteva a fianco dei curdi dell’Ypg. Ad annunciarlo è lo zio di “Orso”, Luca Rasoti: “Abbiamo già comunicato la decisione alla Farnesina – spiega – nelle prossime ore saranno programmati da un punto di vista operativo i tempi e i modi del rientro”. “Probabilmente ci vorranno alcuni giorni, Dovrebbe andare a prenderlo un aereo militare”, aggiunge lo zio di Lorenzo: “Non è un’operazione facile, ma già il fatto che il suo corpo sia stato recuperato e sia custodito in un ospedale del Kurdistan iracheno sorvegliato da militari, non è poca cosa”.

In mattinata, nel corso di un’iniziativa a Firenze, a Palazzo Vecchio organizzata da Riparte a Sinistra di Tommaso Grassi, i genitori avevano detto di non aver ancora deciso sulla sepoltura di Lorenzo. Nel suo testamento, Orsetti aveva chiesto di essere sepolto in Siria, lasciando però la scelta a loro. “Una decisione che non auguro a nessuno di dover mai prendere”, aveva detto il padre Alessandro tra le lacrime: “Da genitori ci piacerebbe molto che tornasse”. “Vorremmo avere almeno una tomba su cui piangerlo qui”, aveva aggiunto la madre Annalisa.

Orsetti combatteva nelle file delle milizie curde Ypg, legate al Pkk turco, contro i jihadisti dello ‘Stato islamico’. Era stato di recente intervistato da media italiani come un combattente volontario italiano a fianco dei curdi contro l’Isis.

LA LETTERA TESTAMENTO DI LORENZO ORSETTI

Lorenzo Orsetti era davvero “fiero” della sua “battaglia di civiltà” contro lo Stato islamico. Lo aveva detto e ripetuto in diverse interviste rilasciate nel corso dell’ultimo anno. L’ultima appena l’11 marzo scorso, una settimana prima dell’annuncio della sua morte da parte dall’organo di propaganda dell’Isis, che con disprezzo lo ha definito un “crociato italiano”.

In quell’occasione, parlando con radio Ondarossa, aveva affermato che “a livello bellico lo Stato islamico è stato sconfitto” e pertanto, ora “sarebbe orribile vedere un’altra volta il mondo girarsi dall’altra parte, mentre civili e bambini muoiono nel peggiore dei modi. Perché io li ho visti, i cadaveri carbonizzati della gente, sotto gli air strike”.

Orsetti, 32 anni, aveva lasciato la sua Firenze e la sua attività di cuoco e sommelier oltre un anno e mezzo fa per andare a combattere i jihadisti dell’Isis in Siria, ‘arruolandosi’ volontario nelle fila delle milizie curde dell’Ypg, legate al Pkk turco.

Come nome di battaglia aveva scelto ‘Tekosher’, ovvero il ‘lottatore’. Era ben consapevole di rischiare la vita tanto che aveva scritto una lettera-testamento da leggere in caso di morte, firmata proprio con quel nome di battaglia insieme al suo altro soprannome, ‘Orso’. “Ciao, se state leggendo questo messaggio significa che non sono più in questo mondo”. E ancora: “vi auguro – aveva scritto – tutto il bene possibile e spero che anche voi un giorno (se non l’avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo”.

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