FIRENZE (ITALPRESS) – Sostenibilità, innovazione e tecnologia. Sono questi i temi che hanno animato la seconda giornata del Festival Nazionale dell’Economia civile, in programma a Firenze fino a domenica 31 marzo. La giornata si è aperta con il panel dedicato a povertà e disuguaglianze con l’intervento, tra gli altri, di Bepi Tonello, presidente di banCodesarrollo, realtà ecuadoriana dedicata alla finanza popolare, che ha parlato del progetto Microfinanza campesina, nato nel 2001 dalla partnership con il Credito Cooperativo Italiano (BCC). Si tratta del più grande progetto di cooperazione privata del Sud America. Nel corso della giornata Carlo Borgomeo, presidente Fondazione con il Sud, ha annunciato l’avvio di un fondo social impact che finanzia per 10 milioni di euro “cinque imprese sociali e ad alto impatto”.
Si è parlato poi di “editoria civile” con Daniele Di Gennaro, fondatore della casa editrice Minimum Fax: “L’editoria che può avere questo ruolo di ascolto della situazione sociale e civile. Il successo di questa nuova editoria sta nel raccontare la realtà dei centri urbani dimenticati, facendoli diventare protagonisti”.
A Firenze si è parlato anche di Brexit con Gustavo Piga, professore di Economia Politica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata: “Lo chiamano “caos Brexit”, ma in realtà è un risveglio della Gran Bretagna, abbiamo infatti visto tantissimi giovani nuovamente in piazza. Ricordiamoci che la Brexit è una conseguenza del fatto che i giovani non siano andati a votare”.
Il Festival ha affrontato anche il tema dell’informazione e del ruolo che può giocare riguardo a questi temi. “Bisogna sostituire le 5 S dell’informazione con le cinque E: economia civile, ecologia, esperienza, emozioni, estasi, cioè uscita da sé per incontrare gli altri”, è la ricetta di Francesco Occhetta, redattore de La Civiltà Cattolica. Con lui Carlo Verna, presidente dell’Ordine dei giornalisti, che ha sottolineato come “la funzione dei giornalisti” oggi sia “più importante che in passato”. Anche i ragazzi delle scuole superiori si sono ritrovati oggi davanti Palazzo Vecchio per proporre la loro idea di città plastic free durante un flash mob.
Nella sessione del pomeriggio spazio a innovazione e tecnologia. “C’è bisogno – ha sottolineato Sabrina Bonomi, professoressa di Organizzazione Aziendale dell’Università degli Studi eCampus – anche di una tecnologia dal volto umano. Vogliamo un connubio tra tecnologia e persone perché siano a supporto una dell’altra”. Innovazione e sostenibilità sono state, invece, le parole chiave degli interventi di Fabiola Di Loreto, direttrice generale di Confcooperative, e Fabio Pranovi, professore di Ecologia Marina dell’Università degli Studi di Venezia Ca’ Foscari. Per di Loreto “l’innovazione è già dentro la società. Abbiamo bisogno di contaminarci con idee nuove per rispondere alle idee dell’economia civile”. Per Pranovi, invece, “bisogna iniziare a ragionare in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. La cifra che potrebbe rappresentarla è l’inclusività”. La giornata si è conclusa con l’intervento del cantautore Roberto Vecchioni: “Un’economia senza cultura è un’economia senza testa, dimezzata. Non si può fare a meno della bellezza della cultura”. Per la chiusura del Festival, domenica 31 marzo, sono attesi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i ministri Giovanni Tria e Sergio Costa.
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Il saluto del sindaco Nardella
Un’economia dal volto umano, che considera la crescita non un fine ma un mezzo per cambiare in meglio le comunità. A dare voce a questo approccio è il primo Festival dell’Economia Civile, che si tiene fino a domenica 31 marzo nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze. Ideato da Federcasse, la Federazione italiana delle BCC e Casse Rurali, progettato e organizzato con Next-Nuova Economia per Tutti e SEC-Scuola di Economia Civile, il Festival – nella tre giorni di lavoro articolati in panel – vede la partecipazione di oltre 80 testimoni italiani e internazionali, tra cui i ministri dell’Economia e dell’Ambiente, Giovanni Tria e Sergio Costa. L’obiettivo è valorizzare le migliaia di esperienze e buone pratiche (di carattere imprenditoriale, in diversi settori che vanno dalla finanza all’agricoltura sostenibile, dalla cultura all’hi-tech) che stanno già cambiando il volto alla società.
Esperienze tutte contrassegnate da un approccio “umanistico” all’economia, che vede nella cura delle relazioni interpersonali, nella logica della condivisione e dell’auto-aiuto la formula vincente. La formula non a caso si ricollega alla grande scuola dell’Economia Civile che trova ispirazione anche nel Rinascimento fiorentino e vide la luce a Napoli nel momento di massimo splendore illuministico del secondo ‘700, grazie agli insegnamenti di Antonio Genovesi e di altri esponenti di quella che si chiamava “scienza della pubblica felicità”.
A Firenze si parla anche di un diverso possibile approccio alla finanza, analizzando, tra l’altro, l’esperienza del mutualismo che si realizza attraverso le 270 Banche di Credito Cooperativo/Casse Rurali/Casse Raiffeisen: banche di comunità. Cooperative bancarie mutualistiche, caratterizzate dalla territorialità, dalla democraticità di funzionamento (una testa-un voto), dall’assenza di finalità di lucro individuale.
Becchetti e Zamagni (da sinistra)
Presenti in 2.700 Comuni, in 620 di questi rappresentano l’unica presenza bancaria (nel 93% dei casi si tratta di Comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti).
Nel Festival si parla anche di formazione, lavoro e innovazione. Sono più di 500 le “buone pratiche” che sono state mappate da NeXt e valutate sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale, esperienze virtuose dalla moda etica, all’agricoltura sociale, dalla bio cosmesi all’internet delle cose.
Una delle parole chiave della tre giorni è “generatività”. “Siamo soddisfatti della nostra vita e la stessa è ricca di senso se siamo generativi, se quello che siamo e facciamo lo riteniamo utile e d’impatto per uno solo o per tanti altri nostri simili”, spiega Leonardo Becchetti, docente di Economia Politica a Tor Vergata e direttore scientifico del Festival.
“L’idea di generatività stravolgerà anche la nostra concezione di valore e di benessere. Che continuerà a poggiare sulla crescita economica che resta condizione necessaria ma non sufficiente”, aggiunge. Per Becchetti “l’economia che verrà, per essere generativa, deve rivoluzionare anche il concetto di politica”, perché “in società complesse come le nostre le soluzioni non possono arrivare dal binomio della mano invisibile del mercato e di quella visibile dei leader illuminanti. Ma passano anche dalla terza e quarta mano della cittadinanza attiva e delle imprese responsabili”. Proprio quelle su cui il Festival di Firenze intende accendere un faro. (ITALPRESS)