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Unioncamere: export Toscana in calo. Regge l’oreficeria e i mercati russo e turco

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Tra i paesi dell’Unione, andamenti particolarmente negativi si registrano per le vendite in Austria (-14%) e Regno Unito (-9,5%), mentre fra i paesi europei non appartenenti all’Unione si conseguono risultati positivi sul mercato russo (+11,5%) e su quello turco (+6,6%). Dopo la crescita registrata negli ultimi due trimestri, l’andamento delle esportazioni toscane dirette nel continente americano subisce, tra aprile e giugno 2012, una brusca frenata (-7,3%), dettata soprattutto dalla diminuzione delle esportazioni verso i paesi dell’America centro-meridionale, che passano in terreno pesantemente negativo (-19,5%.). L’andamento positivo delle vendite in Oceania (+99,7%) e’ determinato da vendite per commesse pluriennali di prodotti con valore medio unitario talmente elevato che da soli rappresentano, nel trimestre, oltre il 60% del valore delle esportazioni toscane nel continente. Rimangono in positivo le esportazioni di beni di consumo, con particolare riferimento alla componente dei beni durevoli (+23,4%), grazie ai contributi di oreficeria (+33,5%) e mobili (+3,4%); in forte rallentamento ma comunque in aumento le vendite di beni non durevoli (+4%), un andamento pressoche’ interamente determinato dagli incrementi dei settori cuoio-pelletteria (+8,3%). Gli andamenti delle esportazioni di beni intermedi e strumentali sono indici significativi del peggioramento ciclico in corso: al netto del contributo dei metalli preziosi sono infatti quasi ferme le vendite all’estero di prodotti intermedi (+0,8% con incrementi solo per apparecchi elettrici, prodotti chimici di base e pietre lavorate e negative quelle di beni strumentali (-0,3%), con un pesante arretramento della cantieristica (-56,6%). Le importazioni regionali rimangono, rispetto al -6,9% nazionale, ancora in positivo (+5,9%) solo grazie ai forti incrementi negli acquisti di prodotti energetici di base (-0,9% il dato al netto dell’import di petrolio greggio e gas naturale). Il picco negativo degli acquisti di prodotti intermedi (-10,7% al netto dei metalli preziosi) sottende poi una dinamica della produzione industriale in ulteriore pesante arretramento per quasi tutti i settori manifatturieri.

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