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Piazza della Vittoria fa parte del Paesaggio urbano tutelata dal codice dei Beni Culturali. Ma la sopraintendenza ha chiuso un occhio

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Intervento dell’architetto Giovanna del Buono

I cittadini hanno titolo ad esercitare il controllo sulle attività della Pubblica Amministrazione e la tutela del patrimonio storico culturale pubblico (ma anche privato) proprio per l’interesse  pubblico previsto dalle leggi vigenti; però devono avere un minimo di cultura giuridica altrimenti possono manifestare in mille modi del tutto inefficaci ed andare incontro alla sconfitta. E’purtroppo il caso di Piazza della Vittoria.

Duole leggere sulle cronache odierne che,mentre viene distrutto un pezzo di storia cittadina e italiana, e cancellato per sempre poiché sarà sostituito con uno sgorbio senza identità, ancora e ancora viene ripetuto  che il Giardino di Piazza della Vittoria è sottoposto a tutela Paesaggistica! Questa è la mezza verità che fa comodo a chi taglia i Pini, a chi li sostituirà con alberelli e arbusti vari insensati e del tutto arbitrari.

Duole che proprio coloro che con merito e sacrificio personale hanno difeso strenuamente lo storico Giardino non sappiano usare le leggi a tutela e si concentrino su altri argomenti del tutto inefficaci.

La convinzione di chi scrive è che gli argomenti ambientali e salutistici, come quelli climatici oggi di moda, siano stati introdotti per sviare l’attenzione, la giusta critica e le azioni conseguenti, dall’esistenza di buone ed efficaci leggi già operanti che, se applicate con rigore, renderebbero inutili ore di chiacchiere e tonnellate di carte aggiuntive. L’Art. 733 del Codice Penale sanziona chi distrugge o danneggia il Patrimonio Culturale: appartiene al Corpus Giuridico italiano dal 1930, e riguardail Titolo II – Delle contravvenzioni concernenti l’attività sociale della pubblica amministrazione, ovvero in questo caso è stato distrutto uno storico Giardino causa attività congiuntadi Comune di Firenze e di Soprintendenza.

E’ pur vero che la Piazza e il Giardino sono parte del Paesaggio urbano e quindi tutelati dalla Parte III del Codice dei Beni Culturali ( ex 1497/1939), ma è ancor più vero che il Comune di Firenze ha riconosciuto nelle Norme Urbanistiche vigenti ( Zona A) il valore storico del tessuto urbano nato dall’Ingrandimento di Firenze, o come dicono loro, del tessuto compatto di formazione otto-novecentesca.

Detto ciò, dal 2004  (entrata in vigore del Codice B.C.) vige un combinato disposto  fra dette norme e la parte II (Articolo 10) del Codice B.C. per cui i Beni Pubblici di Valore storico ( lo dice il Comune) assumono importanza Culturale ( lo dice la Legge dello Stato):per questa semplice ragione la Soprintendenza non poteva accettare un progetto di Riqualificazione del Giardino,poiché i Beni Culturali si restaurano o se ne ripristina lo stato storico. Vale la pena segnalare che le Riqualificazioni riguardano Beni Paesaggistici degradati; quindi delle due l’una: o si abolisce la Parte II del Codice B.C. e si ritiene valida solo la Parte III <Beni Paesaggistici> e qualcuno dovrà rispondere del degrado del Giardino scomparso, o si mantiene e si applica integralmente la Legge e quindi la sanzione prevista dall’Art. 733 del Codice Penale, con il ripristino dell’assetto storico del Giardino comminando sanzioni per la perdita dei Pini.

Molte volte chi scrive, e non da sola, ha segnalato alla competente Soprintendenza quanto sopra, oltre ad aver collaborato a segnalazioni inviate alla Magistratura in merito al deprecato progetto improvvidamente approvato ed in via di attuazione, ma senza esisto alcuno.

Concludendo si vuole descrivere brevemente i motivi del valore culturale dei Pini di Piazza della Vittoria: “perché rappresentativi della cultura italiana del primo novecento che attribuiva a quella particolare specie ivalori identitari tipici del paesaggio urbano e naturalistico italiana, riconosciuti dai maggiori pittori, musicisti, architetti, paesaggisti e scrittori europei ed italiani dal XVII secolo in poi”.

Certamente parole come ”identità” oggi danno molto fastidio, come può dare fastidio che si ricordi nel Codice Penale e nel Codice di procedura Penale l’impianto di Arturo e Alfredo Rocco: fate di meglio, se ne siete capaci, e sostituite <identità> con un’altra parola che sia più gradita, politicamente corretta, riformate anche il vocabolario della lingua italiana.

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