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La carica dei monopattini in città. Tra speranze e perplessità

Lorenzo Ottanelli
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Dubbi sul tema sicurezza con l’arrivo in città di quasi 1.000 monopattini in sharing senza capire a priori se le disposizioni del ministero siano sufficienti in fatto di mobilità. Per questo il sindaco ha chiesto lumi al ministero tramite l’Anci. Leggiamo le sensazioni di un giovane che si muove in città.

di Lorenzo Ottanelli

I 900 monopattini elettrici in share mobility sono la svolta green del Comune di Firenze per muoversi in città. Un mezzo nuovo, dopo le bici, le auto e i motorini elettrici da poter utilizzare in alternativa alla macchina. Ridurre il traffico è da sempre un obiettivo dell’amministrazione, da qualche tempo lo è anche la riduzione dell’inquinamento. Noi giovani ce ne facciamo portavoce, ma anche gli adulti hanno capito che è ora di cambiare.

L’idea è sicuramente buona. L’applicazione? Rischia di essere un po’ più problematica e non solo per alcuni aspetti relativi al codice della strada. Forse bisognerebbe pensare di più alle infrastrutture. Ad esempio rimettere a posto le piste ciclabili e farne di nuove, dove ancora non ci sono. Le strade del centro, poi, sono sconnesse e i monopattini rischiano di essere instabili. Le nuove corsie ciclabili sono costantemente invase dalle auto…

Come giovane non posso che essere contento che il comune si mobiliti in una certa direzione verde. Tutte le possibilità di migliorare la salute cittadina in fatto di inquinamento sono da apprezzare, inclusa la tramvia. Allo stesso modo si migliora la viabilità. Come guidatore devo dire che i monopattini fanno anche più paura delle biciclette: si vedono poco, vanno a una velocità sostenuta, alcuni comportamenti sono un pericolo. Ma se tutti ci comportiamo al meglio il rischio si riduce. Certo, indossare il casco (sempre ) e il giubbottino catarifrangente durante la notte è un buon consiglio.

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