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Golden View festeggia i suoi primi vent’anni di eccellenza in cucina e in cantina

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di Elisabetta Failla

Il Golden View, il ristorante con vista su Ponte Vecchio, compie venti anni ma, come si dice in questi casi, non li dimostra. Sorto dove una volta c’era un fast food, da sempre il locale si è distinto per la sua cucina e per la sua cantina. Il locale in realtà è il risultati di un insieme di persone che, con le proprie capacità, il proprio ruolo e la propria professionalità, riescono a creare un unicum in cui tutto funziona: dall’ospitalità al servizio, dalla cucina alla cantina. Un impegno non facile visto che il ristorante copre circa 100 / 120 coperti al giorno.

I piatti sono la dimostrazione dell’estro creativo dello chef Paolo Secci che, insieme alla sua brigata di cucina, dal 2008 riesce a inventare proposte gastronomiche gustose ma anche fresche e colorate in cui si evidenziano le materia prime di grande qualità. Piatti contemporanei che appagano sa la vista che il gusto.

I dolci, invece, sono il risultato della creatività e dell’esperienza del pastry chef Michael Pellegrini che, anche in diretta, propone dei dessert meravigliosi e di alto livello anche nella presentazione in cui gusto, leggerezza e dolcezza si fondono insieme.

Paolo Miano

E poi c’è lui, Paolo Miano, il wine manager, preparato, ma soprattutto empatico, che, insieme al proprietario Tommaso Grasso, accoglie gli ospiti, mettendoli a loro agio, e ha la grande capacità di raccontare il vino piuttosto che di consigliarlo. D’altra parte ha al suo arco circa 8.000 etichette in cantina di cui molte pregiatissime. E la scelta è davvero ampia che va dai vini toscani e italiani ma anche stranieri. Non i soliti noti francesi, o spagnoli o comunque europei ma anche quelli provenienti da Napa Valley o dal Sudafrica, tanto per fare degli esempi.

Per celebrare questi venti anni di attività lo chef Paolo Secci ha presentato un menù autunnale che punta sulle materie prime di stagione. Abbiamo iniziato con una zuppetta di moscardini alla Luciana e polenta, un piatto molto equilibrato che gioca sulle consistenze, abbinato al Vermentino Le Gonnare Igt Toscana 2021. Un vino prodotto a Bolgheri che inizialmente l naso mostra note sulfuree, sapide e di macchia mediterranea. Poi piano piano si apre d ecco che arrivano anche i fiori e la frutta gialla e piacevoli note mielate. Al gusto è fresco, molto sapido, persistente con un piacevole retrogusto amarognolo dove si ritrova la macchia mediterranea.

A seguire sono stati serviti gli spaghetti quadrati Mancini ai crostacei di Sicilia, burro salato e caviale. Un piatto di pesce importante ma di grande sapore. In abbinamento, il genio di Paolo Miano ha fatto servire non solo il vine previsto in menu, un ottimo Paolo e Lorenzo Marchionni Bianco Toscana 2021, un blend di Chardonnay e Trebbiano prodotto sulle collie idi Scandicci (vicino a Firenze), ma anche il Vermentino Colli di Luni ‘Fosso Di Corsano’ Terenzuola 2021, per capire quale vino accompagnasse meglio il piatto. Il bianco a base di Chardonnay ha mostrato al naso note soprattutto vegetali, agrumate, sentori di fuori gialli e frutta come la pera. Al gusto è apparso corposo fresco, sapido persistente con un retrogusto agrumato.

Il Vermentino della Lunigiana ha raccontato il suo territorio, che va dal mare alle montagne, grazie ad una bella mineralità, Al naso emergono sfumature minerali e iodate con note di frutta, macchia mediterranea, agrumi e miele. Al gusto appare morbido, fresco e vigoroso, di ottima sapidità. L’abbinamento migliore si gioca molto sul gusto personale, visto che entrambi i vini erano ottimi. A nostro avviso il Vermentino era un abbinamento forse più equilibrato mentre il bianco del Colli Fiorentini forse sovrastava un po’ il gusto del piatto.

A seguire abbiamo gustato un risotto ai funghi del bosco e fonduta di parmigiano alla nepitella, Un piatto dAvvero piacevole dove si ritrovano i sentori del bosco. In abbinamento abbiamo degustato sia il Vermentino Colli di Luni ‘Fosso Di Corsano’ Terenzuola 2021 ma anche con Barbagia Granazza IGT “Sulle Bucce” 2019 – Sedilesu, un vino sardo a base di granazza 100%, un vino con una struttura molto particolare. Al naso mostra profumi di genziana, frutta secca candita, anice, fiori bianchi, miele e rosmarino. Al palato è di buon corpo, fresco, sapido, molto piacevole e molto persistente. Due abbinamenti davvero interessanti.

Per concludere è stato servito il Pesce spada rosa del Tirreno scottato, rape rosse all’agro e spuma di patate, abbinato a I Clivi Brazan Bianco, Colli Orientali Friulani 2000, a base di Friulano, davvero meraviglioso. Al naso mostra subito la sua complessità grzaie alle note di fiori e frutta gialla, mela, miele e di mandorla. Al gusto mostra tutta la sua corposità e complessità. Un vino avvolgente, fresco sapido e persistente.

Per finire anche il gioco degli abbinamenti abbiamo degustato anche Luca Lombardo Bianco di Sarculla 2019, un Moscato di Noto davvero fantastico. Questo vitigno aromatico viene coltivato a circa 600 metri slm. Al naso appare delicato con piacevoli note floreali, macchia mediterranea e leggermente agrumato sul finale. In bocca è corposo, fresco, sapido, agrumato sul finale e persistente.

Infine Paolo Miano ci ha fatto degustare il tipico vino croato: Pietra Vitovska 2018, un vino che al naso mostra note fruttate, iodate e di erbe aromatiche. Al gusto è fresco, sapido cone note vegetali e fieno. Davvero molto piacevole.

 

 

Tommaso Grasso