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Arrivederci professor Lotti, impossibile dimenticarlo

Redazione
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di Elisabetta Failla

Lo ammetto. La scomparsa del professor Luigi Lotti, ex preside della facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri e professore emerito di storia contemporanea, mi ha colpito. Per chi, come me, ha  frequentato quella facoltà e lo ha avuto come preside e professore sia di storia moderna che di storia contemporanea è stato un’altro duro colpo. Come lo fu quando se ne andò il professor Cassese, docente illustre di diritto internazionale alla Cesare Alfieri, oppure il “mitico” Alfio punto di riferimento di noi studenti. E’ come se un altro pezzetto della mia vita formativa fosse volato via.

Ricordo quest’uomo schivo e sempre sorridente. Lo incontravo nei corridoi e non c’era volta che non mi salutasse. “Buongiorno signorina Failla”. Come si ricordasse di me, una dei tanti “suoi” suoi studenti, rimane ancora un mistero. Forse perché ad una delle sue prime lezioni di storia moderna gli chiesi alcune informazioni sul corso e ammisi candidamente che a me la storia era sempre piaciuta poco. Sarà perché ho sempre avuto poca memoria, ma per me questa materia era un semplice susseguirsi di fatti e date che faticavo a ricordare. “Dimentichi la storia studiata a scuola signorina – mi disse – la storia è ragionamento, è fatta di uomini e donne che si sono battuti per degli ideali, per interessi, per il bene di una nazione e di un popolo. E’ maestra di vita. Sono convinto che lei piano piano riuscirà ad entrarci dentro e ad apprezzare ogni singolo fatto e a capire che ciò che siamo noi oggi è il frutto delle azioni di coloro che hanno vissuto prima di noi”.

Aveva ragione, ovviamente. Due corsi, uno il primo e uno il secondo anno, che sono stati poi lo “zoccolo duro” della mia formazione universitaria e che mi hanno permesso di ragionare veramente sui fatti sia storici che politico-giuridici. Lezione dopo lezione il professor Lotti mi ha preso per mano e mi ha condotto attraverso la storia dell’umanità, dal Congresso di Vienna alla guerra del Vietnam. Non più date, ma azioni di persone. Forse è stato così anche per gli altri miei compagni di corso. Chissà.

Lui non spiegava la storia, la raccontava in modo pacato, soffermandosi su alcuni dettagli che, ad una prima occhiata, sembravano insignificanti ma che poi, ragionandoci, erano davvero fondamentali per capire i fatti. Era stato allievo di Giovanni Spadolini, con il quale si era laureato una volta terminati gli studi proprio alla Cesare Alfieri Firenze, e ne aveva ripreso un po’ lo stile. Ci spronava a leggere i libri del suo Maestro per poi discuterne insieme. Era sempre disponibile ad approfondire e a chiarire i dubbi. Nonostante i suoi impegni di preside e professore, la porta del suo ufficio in presidenza era sempre aperta per noi e ci accoglieva sempre con grande gentilezza e signorilità.

Dopo aver dato il primo esame, superato brillantemente, mi chiese restituendomi il libretto: “Allora, signorina, la storia l’annoia ancora?”. “No professore – risposi – e questo grazie a lei”. “Vedrà – concluse – lei ha ancora un lungo percorso davanti e scommetto che la storia la stupirà ancora, tanto che alla fine non potrà farne a meno”.

Anche questa volta aveva ragione. Amo la storia e da allora ho letto tanti libri e approfondito tanti argomenti. Mi piace parlarne e ho sempre cercato di spronare i miei figli a ragionarci sopra. Un po’ come il professor Lotti faceva con me.

Lotti, come altri docenti del Cesare Alfieri, ha avuto il merito di aprirmi la mente, allargare i miei orizzonti ma soprattutto mi ha insegnato a non dare mai niente di scontato. Ho imparato ad analizzare i fatti da ogni angolazione, storica, politica, giuridica, sociale, culturale. Una gran bella lezione per il mio percorso professionale e personale. Grazie Professore.

 

 

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