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Economia toscana, rallenta l’export ad inizio anno

Redazione
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Il rallentamento della domanda mondiale pesa sull’export regionale, che nel primo semestre dell’anno si attesta sugli stessi valori registrati nel periodo gennaio-giugno 2015 (14,7 miliardi di euro, al netto dei metalli preziosi): si tratta di una “crescita zero” che, pur rappresentando una brusca frenata dopo il +6,5% realizzato nell’ultimo scorcio del 2015, rispecchia tuttavia il più generale andamento nazionale, anch’esso fermo sui livelli del 2015.

Le incertezze presenti sullo scenario internazionale – soprattutto nelle aree emergenti, quelle cioè la cui domanda è stata maggiormente dinamica nel corso degli ultimi anni – incidono in maniera profonda sul risultato di inizio anno. L’export toscano cresce infatti in maniera soddisfacente sia verso il continente europeo (+4,6%) che verso l’area nord-americana (+5,7%), mentre arretra nelle restanti aree geo-economiche (Asia -5,5%).

Andamenti eterogenei si registrano anche a livello settoriale. In crescita sono soprattutto la meccanica strumentale (+12,5%), l’agro-alimentare (+5,7%) e la chimica-gomma-plastica (+4,7%), ma un contributo positivo proviene anche da tessile-abbigliamento (+2,7%) e calzature (+2,1%). Dinamiche negative interessano invece soprattutto la nautica (-32,3%), la concia-pelletteria (-7,1%) e la gioielleria-oreficeria (-5,9%), oltre alla lavorazione dei metalli (6,5%).

Questa la fotografia che emerge dal commento ai dati ISTAT sul commercio estero della Toscana nel I semestre 2016, elaborati dall’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana e diffusi oggi.

“ L’andamento dell’export regionale – afferma Andrea Sereni, Presidente di Unioncamere Toscana – riflette uno scenario internazionale meno favorevole rispetto al recente passato, cui tuttavia le imprese toscane hanno fin qui saputo rispondere in maniera migliore rispetto ad altre aree del Paese. È tuttavia certo che, anche in prospettiva, il quadro dell’economia mondiale presenta molte incognite, cui la Brexit ne ha aggiunte di nuove. L’impatto dell’uscita del Regno Unito dal mercato comunitario si farà tuttavia sentire sull’export regionale soprattutto tra uno o due anni, quando presumibilmente saranno ridefiniti gli accordi che regolano le relazioni commerciali tra il Paese e l’Unione Europea. Non dimentichiamo che si tratta di un mercato che pesa per circa il 10% su molti settori tradizionali della nostra economia, fra cui l’industria alimentare, l’abbigliamento, le calzature ed il legno. Ma ancor più dell’effetto diretto preoccupa la valenza strategica della Brexit, che ha messo in discussione l’intero progetto europeo, rendendo inderogabile un’attenta riflessione sul futuro dell’Europa dalla quale nessun soggetto politico può sottrarsi.”

In prospettiva, lo scenario internazionale è reso più incerto anche dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, un mercato che nel 2015 ha rappresentato per la Toscana il 5,4% dell’export per un valore esportato di circa 1,7 miliardi di euro (al netto dei metalli preziosi), con una crescita dell’8,9% nell’ultimo anno.

Quasi il 40% dell’export verso il mercato britannico è costituito dal comparto moda, seguito da meccanica e alimentare (ognuno dei quali incide per circa il 9% sul totale) e dai mezzi di trasporto (7,6%).

Nel 2015 questo mercato è stato il quinto per contributo alla crescita dell’export toscano, pesando in particolar modo per i settori tradizionali dell’economia toscana: agricoltura, per la quale rappresenta il 12% del totale, industria alimentare (7,2%), abbigliamento (8,3%), calzature (8,4%) e legno (13,4%).

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