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IPASVI e Careggi: un punto d’incontro fra innovazione gestionale e tutela del ruolo degli infermieri coordinatori

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Un colloquio ampio sul ruolo dei coordinatori nell’Azienda Universitaria di Careggi fra la direttrice Monica Calamai e il presidente del Collegio Ipasvi di Firenze, Danilo Massai. Tema centrale dell’incontro i due atti disposti dalla Direzione Aziendale circa ruolo e funzioni degli infermieri coordinatori in vista dell’evoluzione organizzativa dei servizi aziendali. In specifico si parla del “Provvedimento del Direttore Generale Indizione avviso per la formazione di una graduatoria di idonei alla funzione di coordinamento afferenti al dipartimento delle professioni sanitarie” e del conseguente “Avviso di selezione per la formazione della graduatoria degli idonei”. I soggetti interessati dal provvedimento sono i coordinatori, in particolare i coordinatori infermieristici di Careggi: infermieri che a seguito di concorsi interni hanno ricevuto l’incarico di coordinatori e che hanno quindi funzioni manageriali e organizzative. A seguito del processo di innovazione e revisione di modelli organizzativi, la direzione aziendale di Careggi ha affermato di voler recepire nuovi infermieri a cui affidare i nuovi incarichi che, per la Legge 43/2006 possono essere assegnati solo a chi ha un master specifico in coordinamento.
«Puntare a nuovi coordinatori e al loro aggiornamento professionale è un dato positivo – spiega il presidente del Collegio Ipasvi di Firenze, Danilo Massai – tuttavia l’azienda ha già più di 80 infermieri con incarico di coordinamento: ci siamo chiesti quali scenari si prospettino per coloro che hanno ricevuto incarico di coordinatore prima dell’obbligo del possesso del Master (2006). La proposta avanzata dal Collegio per loro, è di concedere due anni per entrare in possesso del titolo necessario e di frequentare gli eventi formativi specifici per i coordinatori, che l’Azienda disporrà. Inoltre, si è ipotizzato di valorizzare il sistema di valutazione personale per l’incarico ricevuto, superando le valutazioni legati al criterio temporale dei tre anni e ponendo attenzione al contenuto del ruolo ed alle capacità messe in campo da ciascuno».
La dottoressa Calamai ha prospettato un tavolo tecnico della Direzione Aziendale e dei sindacati per gli aspetti gestionali/contrattuali. Pertanto, in sintesi dal colloquio emerge: la necessità di implementare il ruolo degli infermieri coordinatori con nuovi incarichi e con percorsi formativi specifici per le funzioni; la possibilità di conquistare il titolo Master in un tempo ragionevolmente possibile e conciliabile con impegni del lavoro e della famiglia; superare il modello d’incarico di 3+3 anni che porterebbe alla decadenza di una funzione strategica nell’ambito dei processi aziendali; istituire in accordo coi sindacati il sistema di valutazione del singolo incarico per la conferma o meno.
Il Presidente del Collegio si è dichiarato «soddisfatto per il ruolo di tutela della professione e per aver posto le basi di una valorizzazione degli infermieri coordinatori nell’azienda ospedaliera universitaria».

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