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In crisi le coltivazioni in campo aperto per il gelo

admin
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 Il tempo di questi giorni, caratterizzato da sbalzi bruschi delle temperature, fa soffrire anche tutte quelle coltivazioni invernali in campo aperto che sono a rischio, come cavoli (cavolfiore e cavolo nero), porri, spinaci e cardi, cicorie, radicchi, broccoli e carciofi. Ma non solo. Ad essere sotto controllo in questi giorni sono gli ulivi: “Se le temperature dovessero scendere e rimanere a lungo sotto i dieci gradi – sottolinea Simone Tofani, responsabile tecnico della Cooperativa Agricola di Legnaia, che conta oltre 600 soci agricoli toscani – il rischio sarebbe di vedere ripetersi un altro 1985, quando le temperature rigide disseccarono i rami di migliaia di ulivi, con conseguenze disastrose poi per la raccolta”.

Il freddo siberiano non risparmia neanche le colture in serre fredde, dove vengono coltivate la rucola, la bietola, le lattughe e i ravanelli. Ma a far disperare gli agricoltori sono i costi che aumenteranno per le coltivazioni in serre calde – dove in questo periodo viene coltivato tra l’altro il basilico – “che riguarderanno soprattutto il rincaro delle bollette. Gli agricoltori devono ricorrere massicciamente al riscaldamento delle serre con gli impianti al massimo e costantemente accesi per evitare che gelino le tubature, e con il gasolio a costi record questo è un ulteriore salasso”.

“Non deve preoccupare invece la neve – conclude Tofani – anzi, può risultare anche positiva perché le temperature al di sopra delle medie stagionali stavano ingannando le piante, che già sentivano l’arrivo della primavera. Infatti a creare problemi sono invece le irregolarità dell’andamento climatico, come le gelate improvvise o le temperature quasi primaverili in pieno inverno”.

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