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“Le partite si vincono a centrocampo” Parola di Giovanni Trapattoni

admin
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Valero“Le partite si vincono a centrocampo”. Lo ha sempre sostenuto Giovanni Trapattoni, seguito da uno stuolo di colleghi e opinionisti. Ed è strano che sia Vincenzo Montella, lontano anni luce dalla mentalitàtattica del vecchio Trap, ad essere un perfetto esecutore di questo vecchio detto del calcio. La sua
Fiorentina, infatti, ha dominato proprio nel settore nevralgico la Lazio, nella strepitosa notte dell’Olimpico,costruendosi una vittoria dal peso specifico incalcolabile. Circostanza che si era ripetuta anche nella garadi qualche settimana fa contro l’Inter e in tante altre partite (soprattutto casalinghe) che hanno visto iviola surclassare gli avversari prima di tutto sulla mediana.
Gli attori principali di questa arma strategica dei gigliati sono Borja Valero e David Pizarro, ma anche Giulio Migliaccio si sta ritagliando uno spazio importante, insidiando quell’Alberto Aquilani dato per titolare
inamovibile dall’inizio della stagione.
Borja Valero è senz’altro la stella più brillante del reparto. I suoi numeri sono impressionanti: portieri aparte, è il giocatore più impiegato dell’intera Serie A e sembra non conoscere la parola fatica. Ha giocato 28 gare su 28 giornate di campionando, accumulando 2843 minuti di gioco. Ma il dato più che balza
all’occhio è quello dei passaggi: ben 1670, di cui 1459 riusciti. Una percentuale altissima che lo mette alla stessa stregua di un mostro sacro come Pirlo. E oltre alla costanza e alla precisione, lo spagnolo è maestro anche in inventiva, vedi la finta illuminante da cui è scaturito il primo gol firmato da Jovetic all’Olimpico.
Non da meno, in fatto di numeri, il “vecchietto” David Pizarro. Regista praticamente infallibile (ha sbagliato soltanto la gara di Torino contro la Juve) che ha giocato meno dello spagnolo (20 partite per 1660 minuti complessivi) ma in fatto di passaggi è anche lui da record: 1252 dei quali 1092 riusciti. La
sua dote migliore è quella di saper dettare i tempi a tutta la squadra,  velocizzando la manovra quando occorre o addormentando il gioco se necessario. L’intesa con Borja Valero è perfetta, tanto che a vederli giocare insieme sembra impossibile che lo facciano da appena tre-quarti di stagione.
Alberto Aquilani, a differenza dei due compagni di reparto, è stato assai più incostante, ma si è rivelato molto prezioso grazie agli inserimenti: nelle 18 gare disputate, di cui solo 13 da titolare, ha realizzato già 4 gol, andando al tiro per ben 42 volte.
Poi c’è Giulio Migliaccio, un giocatore spesso sottovalutato che sta dimostrando di essere più che utile alla causa: in 18 gare, delle quali solo 7 da titolare, ha recuperato la bellezza di 78 palloni, dimostrandosi molto forte nel gioco aereo, tanto da realizzare, proprio di testa, anche una rete. Avendo caratteristiche
da incontrista, si è rivelato indispensabile nel match dell’Olimpico, disputato su un terreno pesante.
Adesso spetterà a Montella decidere se rimetterlo in panchina, per far spazio ad Aquilani, o se continuare a puntare su di lui, nel segno di un maggior equilibrio del reparto.
Infine l’oggetto, per adesso misterioso, Momo Sissoko. Arrivato a Firenze un mese fa con credenziali altissime, per adesso non ha trovato praticamente spazio a causa di una condizione fisica ancora molto deficitaria. Una nota stonata, dimostrata dalle cifre: solo 30 minuti giocati, distribuiti nell’arco di 3 partite.
Poca cosa per un elemento del suo spessore, ma la Fiorentina, per ora, ha dimostrato di poterne fare a meno, nella speranza che anche lui riesca, prima o poi, a sprigionare il suo valore. E allora, davvero, il centrocampo viola assumerebbe una statura stellare.

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