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"Tristano e Isotta" diretto da Zubin Mehta apre il cartellone del Maggio. Ancora polemiche dei sindacati sul futuro

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Mancano poche ore al via alla nuova stagione del Maggio Musicale fiorentino con un nuovo cartellone e nuovo logo. Per quanto riguarda il festival saranno quattro le opere: in apertura, il “Tristano e Isotta” di Wagner, diretto da Zubin Mehta, il 30 aprile poi “L’amour Des Trois Oranges” di Prokof’ev” con la bacchetta di Alessandro Talevi, “Orfeo e Euridice” di Gluck, diretta da Federico Maria Sardelli, e il “Roberto Devereux” di Donizetti, in forma di concerto il 18. Daniele Gatti dirigerà Mahler e Berg il 4 luglio. Tra i concerti, il 24 giugno ci saranno i Berliner Philharmoniker, diretti da Gustavo Dudamel, al Nuovo Teatro dell’Opera, dove si svolgeranno tutti gli spettacoli, tranne le opere per le quali sarà utilizzato ancora il vecchio Teatro Comunale e il Teatro La Pergola.
Ma le polemiche non si sono placate con La Rsu che ha lanciato un nuovo allarme. Dopo mesi di crisi profonda, trattative e sacrifici, “il Maggio Musicale Fiorentino è ancora sull’orlo del baratro perché il decreto interministeriale a seguito dell’istruttoria del Commissario Governativo tarda ad arrivare”. Così scrivono la RSU del Maggio Musicale Fiorentino al MIBACT e al commissario straordinario del governo Pinelli a proposito della situazione finanziaria dell’ente.
“Senza il decreto – spiegano SLC-CGIL, FISTEL-CILS, UILCOM-UIL e CISAL-FIALS -, legato inoltre anche alle modalità attuative della ricollocazione del personale, infatti non possono arrivare le risorse del fondo rotatorio previste dalla legge e, senza queste a luglio la storia del Maggio sarà definitivamente chiusa. Il numero delle Fondazioni che hanno richiesto di aderire alla L.112/2013 è talmente elevato da rendere insufficiente il fondo. Il Maggio ha bisogno di tutte le risorse richieste e di non essere penalizzato neppure dai nuovi criteri per la ripartizione del FUS. Ad oggi – aggiungono – i ministeri non hanno neppure risposto ad una istanza di interpello presentata dalle OO.SS. nazionali per poter comprendere come gestire questa complicata situazione”.
“Siamo quindi qui a chiedere – concludono – a chi al Ministero ha l’obbligo direzionale: è davvero possibile che vogliate assumervi la responsabilità di vanificare tutto il lavoro fino a qui fatto e i sacrifici che i lavoratori sono disposti a fare per scaricare ancora una volta su di essi gli effetti di mancate risposte e ritardi sia sulla gestione delle eccedenze e la loro ricollocazione, che sulla vitale erogazione delle risorse previste? E’ davvero possibile che vogliate riportare i lavoratori, che in questo lungo periodo non hanno effettuato neppure un’ora di sciopero ma che al contrario hanno svolto il loro lavoro con passione e con risultati eccellenti e che peraltro, con l’approvazione del piano dovranno sopportare per anni i sacrifici che questo impone, in una situazione nella quale i loro posti di lavoro e la sopravvivenza stessa del Teatro sono nuovamente in discussione?. Noi non crediamo, non possiamo credere che vogliate assumervi queste responsabilità”.
Fonte: ANSA

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