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Anteprime 2015. “Non solo Chianti”: alla scoperta di tanti vini toscani

Redazione
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I Grandi Cru della Costa in degustazione
I Grandi Cru della Costa in degustazione

Proseguono le degustazioni di Anteprima di Toscana 2015. Oggi al Grand Hotel Baglioni sono stati di scena i vini dei Consorzi: Vini di Carmignano, Doc Bolgheri, Orcia, Colline Lucchesi, Grandi Cru della Costa Toscana, Vini cortona, Valdarno di Sopra Doc, Bianco di Pitigliano e Sovana, Morellino di Scansano e, infine, della Maremma Toscana e di Montecucco. Tantissime le aziende che hanno presentato i loro vini in degustazione ai tanti esperti del settore sia italiani che stranieri. Tra i più apprezzati I vini dei Grandi Cru della Costa nascono in un territorio che si affaccia sul mare compreso tra cinque province: Massa, Lucca, Pisa, Livorno, Grosseto. Un’area che subisce l’influenza del Mar Tirreno. E’ infatti il mare con i suoi venti ed i suoi profumi a rendere questa area qualcosa di assolutamente unico, perché se il comune denominatore di questi vini è l’influenza della costa che ne forma il carattere, dall’altra ogni zona di produzione possiede una sua originale caratteristica.  Tra le tante aziende ci sono nomi eccellenti che non hanno bisogno di presentazione e hanno fatto la storia dei Cru di Toscana e che sono stati capaci di superare la tradizione di questa regione, allargandone le prospettive. Ci sono però molte altre realtà piccole ma assolutamente importanti e destinate ad un grande futuro. Di ottima qualità anche i vini dei 38 produttori del Consorzio per la Tutela dei Vini Bolgheri DOC nato nel 1995. Un gruppo di aziende vitivinicole che deve il successo ad un territorio “baciato dalla natura e dalla fortuna”, 1200 ettari circa dove mare e collina, sole e brezza si incontrano per dare vita ad una Doc assolutamente inconfondibile. Se il vino è il miglior driver di crescita per il Made in Italy, non stupisce che oltre il 70% delle bottiglie siano vendute nei maggiori mercati esteri, posizionando Bolgheri come uno dei territori a maggiore vocazione per l’export. Con un numero globale di bottiglie prodotte nel 2012 pari a 4.560.000, di cui 2.900.000 per il Bolgheri Rosso e 960.000 per il Doc Bolgheri Superiore e Doc Bolgheri Sassicaia, il Consorzio colleziona anno dopo anno successi di vendita eccellenti nei mercati elettivi come Svizzera, Stati Uniti, Canada,  Nord Europa  e Asia. “Siamo un territorio che ha una storia giovane ma con un grande avvenire segnato dal luogo – spiega Federico Zileri Dal Verme, Presidente del Consorzio di tutela dei vini Doc Bolgheri. Abbiamo saputo interpretare al meglio le risorse eccezionali di Bolgheri pur in un territorio relativamente piccolo: la superficie dei vigneti della Doc Bolgheri è in totale di 1.220 ettari circa, di cui 1.050 ha destinati alla DOC Bolgheri e 170 circa per l’IGT Toscana”. Da Bolgheri arrivano alcune delle etichette più apprezzate in questi ultimi anni dal mercato internazionale: Sassicaia, Ornellaia, Masseto, Cavaliere, Paleo, Messorio, Grattamacco, Guado al Tasso, rossi che derivano dal 90% della superficie vitata della Doc suddivisi Cabernet Sauvignon (40%), Merlot (25%), Cabernet Franc (10%), Syrah (7%), Petit Verdot (6%) e Sangiovese (2%), creando blend cha hanno saputo confrontarsi con i grandi d’Oltralpe. “Fattore

Una degustazione "alla cieca"
Una degustazione “alla cieca”

determinate per il successo dei bolgheresi è stata la capacità del Consorzio -guidato per 20 anni dal Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta – di lavorare per il futuro del settore vinicolo, inteso come realtà diffusa e non più solo concentrato al polo produttivo delle zone interne – prosegue Zileri.Il nostro obiettivo è di continuare il lavoro intrapreso dal Marchese Incisa, nel “fare sistema” e nell’essere uniti, seguendo questa strada e valorizzandola saremo in grado di diffondere l’idea di “terroir” a Bolgheri.Perseguendo una simile strategia abbiamo ottenuto risultati sorprendenti, grazie ad un impegno maggiore e costante delle attività consortili, con l’obiettivo di valorizzare le nostre risorse e gli stessi produttori”.Successo anche per i vini di Denominazione di Origine Controllata Maremma toscana prodotti nell’intero territorio della provincia di Grosseto, nella parte meridionale della Regione Toscana, un’area estremamente vasta che si estende dalle pendici del Monte Amiata e, attraverso i dolci rilievi collinari delle valli dei fiumi Fiora, Albegna e Ombrone, raggiunge la costa maremmana, il Monte Argentario e l’Isola del Giglio, distendendosi, a nord-ovest del fiume Ombrone, fino alle Colline Metallifere ai confini con le province di Livorno, Pisa e Siena. Un territorio molto esteso, caratterizzato da condizioni climatiche anche molto diverse, che incidono profondamente sulle caratteristiche delle produzioni vitivinicole, tanto da rendere estremamente ricca e variegata la gamma di vini presentati da questa denominazione. La DOC Maremma toscana, perciò, può contare su una zona di produzione molto ampia, dove sono presenti circa 8.500 ettari di vigneto, dei quali oltre 1.500 sono stati utilizzati, nella scorsa vendemmia 2013, per produrre i vini della denominazione. È una DOC che è subentrata, a settembre 2011, alla precedente IGT e che va completare e integrare il quadro delle denominazioni di origine presenti in Provincia: oltre alle DOCG Morellino di Scansano e Montecucco Sangiovese, le altre DOC Monteregio di Massa Marittima, Montecucco, Bianco di Pitigliano, Sovana, Capalbio, Parrina e Ansonica Costa dell’Argentario.  La DOC Maremma toscana, anche per rispondere a questa esigenza, è prodotta in numerose tipologie; tra queste, il Rosso e il Bianco sono a base, rispettivamente, di Sangiovese e Trebbiano toscano e/o Vermentino, mentre il Rosato prevede,

Luca Martini, Miglior Sommelier del Mondo 2014 WSA durante la degustazione gudata
Luca Martini, Miglior Sommelier del Mondo 2014 WSA durante la degustazione gudata

come vitigni principali, sia il Sangiovese che il Ciliegiolo. Sono presenti, inoltre, diverse tipologie monovarietali bianche – Ansonica, Chardonnay, Sauvignon, Trebbiano (da Trebbiano toscano), Vermentino, Viognier – e rosse – Alicante, Cabernet (da Cabernet franc e/o Cabernet Sauvignon), Cabernet Sauvignon, Canaiolo, Ciliegiolo, Merlot, Sangiovese, Syrah, tutte ottenute con almeno l’85% del vitigno corrispondente.  Vengono prodotte anche tipologie particolari, come Spumante e Vendemmia tardiva – riservate ad alcuni vini bianchi – e Passito, ottenuto sia con uve bianche che nere, oltre che il tradizionale Vin Santo, elaborato nei tipici caratelli con uve Trebbiano toscano e/o Malvasia bianca fino al 100%. Particolarmente apprezzate anche le degustazioni guidate da Luca Martini, Miglior Sommelier del Mondo 2013 WSA Worlwide Sommelier Association che ha fatto scoprire in due lezioni alcuni vini toscani delle annate 2007 e 2009.

Elisabetta Failla

 

 

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